Un danese a Pizzo Calabro. Nikolaj Bendix Skyum Larsen arriva in Calabria per una residenza curata da qwatz. Nuove esplorazioni sul fenomeno dell’immigrazione
La prima fase del progetto risale al 2011: teatro dell’azione era la terza Biennale di Thessaloniki, dove l’artista danese Nikolaj Bendix Skyum Larsen realizzò “Ode to the Perished”, ispirato ai movimenti dei flussi migratori in Europa. Un progetto di cui Larsen riprende le fila adesso, grazie a una residenza organizzata dall’associazione qwatz, fra il 10 […]
La prima fase del progetto risale al 2011: teatro dell’azione era la terza Biennale di Thessaloniki, dove l’artista danese Nikolaj Bendix Skyum Larsen realizzò “Ode to the Perished”, ispirato ai movimenti dei flussi migratori in Europa. Un progetto di cui Larsen riprende le fila adesso, grazie a una residenza organizzata dall’associazione qwatz, fra il 10 e il 30 maggio 2014, a Pizzo Calabro. Un’occasione nuova, per portare avanti una ricerca ampia e articolata intorno al tema del viaggio e dello scambio culturale, agganciandosi ad alcuni tra i nodi più aspri dell’attualità politico-sociale europea ed internazionale. La storia, il patrimonio archeologico, le caratteristiche geografiche e culturali del territorio calabrese, diventano così cornice ideale per una riflessione sull’identità italiana in rapporto al fenomeno, spesso drammatico, dell’immigrazione.
La ricerca di Larsen, che passa dal video all’installazione, dal disegno alla scultura, stabilisce un link tra la dimensione intima di singole persone e i contesti sociali di riferimento: poetico, ironico, formalmente ricercato, il suo è un lavoro che si nutre di realismo e che pure attinge dai cliché del linguaggio cinematografico e televisivo più patinato, trasformandolo, attraversandolo, modificandolo e usandolo come mezzo per assumere una prospettiva tipicamente occidentale e democratica sul fenomeno delle migrazioni. Nikolaj Bendix Skyum Larsen, oltre che del contesto italiano, si è già occupato della realtà indiana, della seconda generazione d’immigranti nei sobborghi parigini, dei clandestini di Calais e di una comunità insediatasi nel nord-Peckham, nel sud-est di Londra.
La residenza calabrese è sponsorizzata dalla Danish Arts Council, con il contributo della Fondazione Santo Lico e il patrocinio dall’Ambasciata Danese a Roma.
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