Arte e natura a braccetto in Puglia: Fulco Pratesi tiene a battesimo la collettiva che celebra l’oasi naturalistica di Torre Guaceto
C’è Salento e Salento. Da un lato quello delle spiagge prese d’assalto dal turismo di massa, dei maxi-raduni e dei concerti estivi; quello che concentra tra Gallipoli e dintorni le attenzioni di vacanzieri sempre più assordanti, caotici, sciamanti in nuvole di cavallette che arrivano, consumano, ripartono senza gustare davvero. Senza amare. Dall’altro, più a nord, […]
C’è Salento e Salento. Da un lato quello delle spiagge prese d’assalto dal turismo di massa, dei maxi-raduni e dei concerti estivi; quello che concentra tra Gallipoli e dintorni le attenzioni di vacanzieri sempre più assordanti, caotici, sciamanti in nuvole di cavallette che arrivano, consumano, ripartono senza gustare davvero. Senza amare. Dall’altro, più a nord, c’è quello feroce e selvaggio che i grandi flussi dei migranti dell’ombrellone al momento lasciano in disparte. Qui si respira un’aria che Carlo Dossi definirebbe “ispida e odorosa”, carica di sapori di struggente e salvifica semplicità; qui si sente ribattere, ossessivo come un mantra, il termine “genuinità”: parola chiave che gli amministratori della zona dichiarano come paletto fondamentale per uno sviluppo che deve sì passare dal turismo. Ma senza speculazioni, senza mettere in saldo i gioielli di famiglia.
Si imposta su questo presupposto il progetto L’Arte per la Natura, nato con l’intenzione di accendere i riflettori sulla spettacolare riserva naturale di Torre Guaceto, gestita da un Consorzio presieduto dalla leggendaria giornalista Rai Mariella Milani, pugliese doc, oggi in prima linea nel farsi promotrice di progetti di valorizzazione della sua terra. Un paradiso a pochi chilometri da Ostuni e dal sorprendente borgo agricolo di Carovigno, paesone di sedicimila abitanti che vale come icona mediterranea: per i suoi vicoli e le piazze, per la pietra dell’austera Chiesa Madre trecentesca, per i cinque milioni di piante di ulivo che costellano i dintorni. È nelle sale del castello Dentice di Frasso, proprio a Carovigno, che il presidente onorario del WWF Fulco Pratesi tiene a battesimo la prima tranche della mostra di sedici artisti pugliesi selezionati dal Museo Pino Pascali, chiamati a dare la propria visione del rapporto di simbiosi tra il contemporaneo e i valori di un’identità territoriale che si stringe attorno alla salvaguardia dell’ambiente. Dalle sale del palazzo all’avamposto saraceno che dà il proprio nome alla riserva di Torre Guaceto: un finis terrae a protezione di otto chilometri di riserva marina protetta e mille ettari di canneti e macchia mediterranea; uno scrigno che ospita la seconda tranche di artisti. Tra loro Miki Carone, che nel cortocircuito culturale di un tepee costruito con remi da pescatore crea un tempio universale al focolare domestico; Francesco Schiavulli, che dispone i suoi immigrati-figuranti in una performance in stile Adrian Paci, e poi ancora Tarshito, spettacolare nel suo maxi-vaso costruito con frammenti di ceramiche, elegante riconoscimento di abilità artigiane che si perdono nella notte dei tempi.
– Francesco Sala
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