Cent’anni di cultura, per l’American Academy in Rome. Premi e celebrazioni, con gli Open Studios e un gala dinner dedicato a Zaha Hadid
L’American Academy in Rome compie cent’anni. Un secolo fa la celebre istituzione culturale americana si stabiliva nella sua sede principale sul Gianicolo, un complesso dotato di giardino, biblioteca e vari spazi di condivisione, costruito tra il 1912 e il 1914 su progetto degli architetti Charles Follen McKim, William Rutherford Mead, Stanford White. A questa si aggiunge […]
L’American Academy in Rome compie cent’anni. Un secolo fa la celebre istituzione culturale americana si stabiliva nella sua sede principale sul Gianicolo, un complesso dotato di giardino, biblioteca e vari spazi di condivisione, costruito tra il 1912 e il 1914 su progetto degli architetti Charles Follen McKim, William Rutherford Mead, Stanford White. A questa si aggiunge la splendida Villa Aurelia, una tenuta di campagna edificata nel 1650 per il Cardinale Girolamo Farnese, acquistata nel 1885 da lady Clara Jessup Heyland e nel 1909, alla sua morte, donata all’Istituzione americana.
Una storia lunga, fatta di impegno quotidiano nella promozione dell’arte, della cultura umanistica e della ricerca intellettuale, grazie agli intensi programmi di mostre, residenze, talk, borse di studio. Per festeggiare il nobile traguardo, identificato con l’apertura delle sede di Via Masina, l’Accademia ha dato appuntamento al pubblico romano nella serata dello scorso 5 giugno, con una due giorni di attività. Martedì 3 giugno, durante un’esclusivissima cena di gala a Villa Aurelia, è stato conferito il “Premio McKim 2014”a Zaha Hadid, per i suoi eccezionali contributi nei settori del design e dell’architettura. A ricevere il riconoscimento, dalle mani di Valentina Moncada di Paternò, c’era il Direttore Associato dello studio Zaha Hadid, Gianluca Racana. Tanti gli ospiti illustri, dal gioielliere Fabio Salini che ha realizzato e donato la medaglia disegnata da Cy Twombly, al nuovo presidente di Poste Italiane, che ha offerto i vini per cena. E poi aziende, istituzioni e benefattori privati: da Bloomberg LP a Credit Suisse, da Eni-Finmeccanica SpA a Gagosian Gallery, da Lottomatica a Louis Vuitton, dalla Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli a Beatrice e Nicola Bulgari, fino ai Principi Domenico e Martine Orsini.
Il 5 giugno appuntamento nella sede centrale, con il classico momento degli Open Studios: possibilità unica per sbirciare da vicino atelier, opere e progetti dei residenti, selezionati per le varie discipline in programma (architettura, design, conservazione e restauro dei beni storico-artistici, architettura del paesaggio, arti visive, musica e letteratura). Tra i tanti borsisti anche tre italiani: Vittorio Montalti (musica), Giuseppe Stampone (arti visive) e Giorgio Vasta (letteratura).
E dopo le lecture dei due fellows in letteratura, Peter Bognanni e Peter Streckfus, cancelli aperti per una visita straordinaria, tutta serale, alla mostra Building an Idea: McKim, Mead & White and the American Academy in Rome, 1914-2014, a cura di Marida Talamona, realizzata proprio per celebrare il centenario dell’inaugurazione dell’edificio. Per la prima volta un team di ricercatori e storici dell’arte ha ricostruito le varie fasi del progetto, recuperando documenti inediti provenienti da diversi archivi italiani ed internazionali. In mostra fotografie, disegni, piante, documenti, schizzi, che ripercorrono la storia dell’American Academy: dalla prestigiosa sede, alla mission istituzionale, fino alla grande comunità di persone che, attraverso un secolo, ha contribuito a scrivere la biografia unica e plurale di un luogo votato alla ricerca, alla conoscenza, alla creatività, al dialogo umano e culturale.
– Helga Marsala
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