Cinque artisti in un campus americano, per riflettere sulla memoria. C’è anche l’italiana Arianna Carossa negli spazi della Walsh Gallery, alla Seton Hall University
È vecchia centocinquant’anni la Seton Hall University del New Jersey. Un’università di stampo cattolico, ma di impostazione multietnica e multiculturale, con un campus suburbano distante 14 miglia da New York: sintesi efficace tra una grande università, col massimo dei servizi e dell’offerta didattica, e un piccolo college con una dimensione umana, comunitaria. Così si presenta, […]
È vecchia centocinquant’anni la Seton Hall University del New Jersey. Un’università di stampo cattolico, ma di impostazione multietnica e multiculturale, con un campus suburbano distante 14 miglia da New York: sintesi efficace tra una grande università, col massimo dei servizi e dell’offerta didattica, e un piccolo college con una dimensione umana, comunitaria. Così si presenta, la Seton Hall. Che tra i propri fiori all’occhiello annovera anche la sua Walsh Gallery, principale spazio espositivo all’interno del South Orange Campus, istituito nel 1994 per ospitare mostre d’arte storica, moderna o contemporanea, con un’attenzione speciale ai progetti interdisciplinari.
L’ultimo esperimento si chiama “Anamnesis” ed è una collettiva incentrata sul tema della memoria, a cura di Jeanne Brasile, direttore della Galleria. Un argomento classico, affrontato secondo approcci e linguaggi attuali, grazie ai lavori di cinque artisti, tra cui un’italiana. Dai suggestivi dipinti informali di Michelle Mackey, che attraverso input sensoriali innescano libere associazioni ritmiche, visive, emotive, con il tempo e lo spazio, alle installazioni di Kara L. Rooney, giocate tra gli opposti bianco-nero / lucido-opaco, per porgere allo sguardo reperti simbolici, giunti da un immaginario personale e insieme collettivo; dai paesaggi video e fotografici di Shuli Sade, ritagliati nel solco in cui si incrociano arte e scienza, risultato delle sue collaborazioni con alcuni neuro scienziati, alle immagini di Gerald Slota, vecchie fotografie sbiadite, rinvenute e modificate per creare una tensione psicologica satura di riferimenti alla famiglia, all’infanzia, al sentimento della nostalgia.
Summer 1980 di Arianna Carossa è invece un’apparizione impossibile, un miraggio nel cuore di una calda estate d’infanzia, contaminato con frammenti di un presente vissuto in una città degli USA. Quello che resta del mare, di una spiaggia, di un panorama sedimentato nella memoria, mentre il tempo scorre tra le pareti del suo studio, a Long Island, nel Queens, dentro un magazzino della ditta edile Central Construction: una sedia sdraio a righe, contaminata da carrucole e materiali trovati nel cantiere, e un piccolo dipinto a olio coperto da un pannello bianco forato. L’immagine nascosta – rimossa, dimenticata – sbuca solo attraverso le due micro aperture, quando l’occhio s’avvicina. Un pezzetto d’azzurro, un bagliore d’estate, lontano.
– Helga Marsala
“Anamnesis”
fino al 10 luglio 2014
Walsh Gallery – Seton Hall University
400 South Orange Avenue – South Orange, NJ
www.shu.edu/walshgallery
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