La metropolitana di Roma? Si trasforma in museo. Lucamaleonte, Tellas, Andreco, Eron, Jaz: cinque street artist completano i murales della stazione Spagna
E dopo la sfida dei francesi, quella degli italiani. No, non parliamo di mondiali, né di politica. Il tema, qui, è al street art. Con l’avvincente avventura iniziata un mese fa tra gli affollati corridoi della metropolitana di Roma, per l’esattezza all’interno della stazione Spagna, linea rossa. Prima sei nomi di peso, giunti d’Oltralpe – Popay, Alexone, […]
E dopo la sfida dei francesi, quella degli italiani. No, non parliamo di mondiali, né di politica. Il tema, qui, è al street art. Con l’avvincente avventura iniziata un mese fa tra gli affollati corridoi della metropolitana di Roma, per l’esattezza all’interno della stazione Spagna, linea rossa. Prima sei nomi di peso, giunti d’Oltralpe – Popay, Alexone, Philippe Baudeloque, Epsylonpoint, C215 e Seth – che hanno lasciato i loro wall painting sulle pareti e persino sulle carrozze di alcuni treni, ampliando il lavoro già fatto dal collega tedesco Clemens Behr sul palazzo del Centro direzionale Metro Atac, alla Garbatella. Adesso, sempre nell’ambito di Avanguardie Urbane Roma Street Art Festival 2014, promosso da 999Contemporary, il progetto “Spagna-stazione della street art” conquista nuove firme e nuove scenografiche visioni. Una risposta concreta e spiazzante per le migliaia di vandali che ogni giorno a Roma massacrano stazioni e treni all’insegna dello scarabocchio fine a se stesso.
Tocca dunque a una piccola crew di artisti nostrani. Tra i migliori in circolazione: Lucamaleonte, Tellas, Andreco e Eron, con la guest star argentina Franco Fasoli aka Jaz. Due notti di lavoro, dalle 23.30 alle 5 del mattino, negli orari di chiusura del servizio, per completare il lavoro iniziato dai cugini francesi. Il risultato? Una galleria di personaggi, animali, frammenti di natura, cartelli pop, sassi, foglie, volti, pattern, geometrie, angeli e demoni, per un mix di stili, iconografie, tecniche, materiali e universi fantastici, tutti diversi tra loro: un lavoro di squadra, che ha trasformato un luogo grigio di transito e di routine in una stazione-museo. Perfetto per rifarsi gli occhi, tra una corsa e l’altra, godendosi una mega mostra col solo ticket del metrò. Ecco, nel reportage fotografico di Carlo Taccari, cosa è successo nelle lunghe notti del work in progress…
– Helga Marsala
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati