Pazze per il fotoromanzo. Icona pop, sfogliata da signore e signorine di decenni fa, oggi al centro di una rassegna culturale. Photo-Romance, a Roma
Chi era abbastanza adulto, tra gli anni Sessanta e Settanta, da ricordare usi, costumi, format mediatici e simboli dell’intrattenimento, di certo sa cos’erano e quanto andavano a ruba i fotoromanzi. Figli di un’epoca tecnologicamente analfabeta, quando la comunicazione 2.0, i miracoli dell’HD, l’estetica cyber e la dimensione collettiva dei vari reality e talent show erano […]
Chi era abbastanza adulto, tra gli anni Sessanta e Settanta, da ricordare usi, costumi, format mediatici e simboli dell’intrattenimento, di certo sa cos’erano e quanto andavano a ruba i fotoromanzi. Figli di un’epoca tecnologicamente analfabeta, quando la comunicazione 2.0, i miracoli dell’HD, l’estetica cyber e la dimensione collettiva dei vari reality e talent show erano ancora, semplicemente fantascienza. Un’epoca in cui il piano facile del racconto passava anche per questi impalpabili magazine, fatti solo di fotografie scattate su set simil televisivi e accompagnate da fumetti: così sognavano amori romantici e intricate vicende familiari, la casalinga e l’adolescente di un’Italia ancora ingenua, non risucchiata dal tourbillon voyeuristico e sfacciato della futura ondata massmediatica. Un’invenzione tutta italiana, quella del fotoromanzo. Scomparsa poi negli anni Ottanta, con l’avanzare della dittatura televisiva e poi digitale.
In omaggio a questo piccolo, grande feticcio della cultura popolare, lo Studio Campo Boario di Roma ospita Photo-Romance, a cura di Francesca Orsi e Alberto D’Amico, una rassegna articolata da diversi appuntamenti a tema: proiezioni video, mostre, presentazioni di libri e progetti artistici site specific.
Si comincia il 17 giugno, alle 20, con il documentario su Franco Gasparri, icona dei fotoromanzi anni Settanta, tra i più importanti attori da rotocalco dell’epoca, girato dalla figlia Stella. “Un voltotra la folla” cuce insieme le testimonianze di persone che avevano condiviso con lui lavoro e vita quotidiana, tracciando uno spaccato della società e del milieu culturale in cui il fotoromanzo era sbocciato. Tra gli ospiti Caterina Piretti, in arte Katiuscia, altra stella di quel micro universo patinato, di recente autrice del volume “Katiuscia. La diva ribelle” (Perrone Editore). A moderare l’incontro Patrizia Salvatori, critica cinematografica e direttrice artistica del cineclub Alphaville.
Un viaggio nostalgico, dunque. A misura di appassionati del genere ma anche di chi solo volesse rievocare i successi di quell’ondata pop, attecchita tra la musica leggera, il cinema di cassetta e un’editoria a larga diffusione, realizzata con l’apporto di vari professionisti. In questo caso scrittori, fotografi, editori, impaginatori e soprattutto attori, veri e propri divi di uno star system di carta, parallelo a quelli del grande e del piccolo schermo. Un mondo che avrebbe presto ceduto il posto alle telenovelas brasiliane e poi alle soap operas statunitensi, imitate anche dall’industria televisiva italiana. E fu tutto un altro sapore, un’altra vicenda da raccontare.
– Helga Marsala
Studio Campo Boario
Via del Campo Boario 4/a, Roma (di fronta Piramide Ciestia)
www.studiocampoboario.xoom.it
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