Ricordando gli anni Sessanta e l’Architettura Radicale. A Firenze BASE presenta Radical Tools: sette appuntamenti, con alcuni protagonisti del movimento. Da Archizoom a Superstudio

    Utopica, visionaria, mediatica, ludica, pop, ipercreativa, eclettica, contaminata, disobbediente. L’Architettura Radicale irrompeva sulla scena internazionale negli anni Sessanta, suggerendo nuove irriverenti maniere per interpretare una tra le più antiche discipline dell’ingegno umano. In Italia il centro di questa rivoluzione fu Firenze, con le due realtà trainanti di Archizoom e Superstudio: nel dicembre del […]

Utopica, visionaria, mediatica, ludica, pop, ipercreativa, eclettica, contaminata, disobbediente. L’Architettura Radicale irrompeva sulla scena internazionale negli anni Sessanta, suggerendo nuove irriverenti maniere per interpretare una tra le più antiche discipline dell’ingegno umano. In Italia il centro di questa rivoluzione fu Firenze, con le due realtà trainanti di Archizoom e Superstudio: nel dicembre del 1966, a Pistoia, la mostra “Superarchitettura”  dava il là a tutto questo, sulle ceneri di un razionalismo residuale, che aveva ormai esaurito la sua spinta seduttiva e che andava definitivamente messo in crisi, contraddetto.
Anime del movimento fiorentino furono anche Ufo, Gianni Pettena, i 9999, gli Zziggurat, Remo Buti, assai diversi tra loro ma accomunati da uno spirito antiborghese, da un’esigenza di sovversione, da un’ironia dissacrante e tagliente, scagliata contro il mainstream culturale e i pregiudizi di una società conservatrice. Basti ricordare quesre parole di Archizoom, che incarvanno al meglio la filosofia anticonformista alla base del loro lavoro: “Qualcuno deve sempre gettare il panico se si vuole che il senso delle cose sia continuamente rivelato, e anche se si vogliono rompere e rimescolare un po’ gli organismi del potere“.

Superstudio

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A far loro eco, a livello europeo, c’erano  gli inglesi Archigram e Cedric Price; in Francia Yona Friedman, a Vienna Hans Hollein e Walter Pichler, Coop Himme(l)blau, i Salz der Erde; e ancora a Milano, poco dopo, Alessandro Mendini, Ettore Sottsass, Franco Raggi, Ugo La Pietra, a Torino gli Strum, a Napoli Riccardo Dalisi. Gruppi compatti o singole schegge impazzite, che partecipavano a un sentire comune, a una new wave linguistica, estetica, teorica e formale.
Oggi tutto questo viene evocato a Firenze, non con nostalgia ma come operazione di studio e riscoperta, sulle tracce di quella stessa spinta, di quella corrente desiderante, di quella scintilla immaginifica. Uno sguardo al passato, alla ricerca di strumenti che rimettano lungo la linea del futuro. Sette appuntamenti in tutto, distribuiti tra l’1 e il 22 luglio prossimi, promossi da BASE, storico spazio non profit cittadino. Col coordinamento di Pino Brugellis, Lorenzo Bruni, Giovanni Bartolozzi, “Radical Tools” confeziona una ricognizione in presa diretta, con la viva voce di alcuni dei protagonisti di quel movimento radicale, i cui provocatori progetti sono adesso esposti nelle collezioni dei più celebri musei del mondo. Il programma si svilupperà attraverso presentazioni di oggetti e documenti, azioni, performance, narrazioni, oltre a una serie di discussioni corali, da lasciar affiorare, a commento di opere e memorie, tra autori e spettatori.

–      Helga Marsala

BASE | Progetti per l’Arte
Via di San Niccolò 18r, Firenze
www.baseitaly.org

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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