Archistar cinesi per George Lucas: il regista commissiona allo studio MAD la creazione del suo museo a Chicago. Spazio dedicato alla narrazione
L’originalità è sempre stata il suo forte, per cui è nell’ordine delle cose che abbia rifiutato il copione tradizionale e deciso di cambiare le carte in tavola. Procedendo su un binario opposto e contrario rispetto quello che vede, negli ultimi anni, i magnati dell’Est affidarsi alle archistar occidentali per dare vita ai propri sogni più […]
L’originalità è sempre stata il suo forte, per cui è nell’ordine delle cose che abbia rifiutato il copione tradizionale e deciso di cambiare le carte in tavola. Procedendo su un binario opposto e contrario rispetto quello che vede, negli ultimi anni, i magnati dell’Est affidarsi alle archistar occidentali per dare vita ai propri sogni più o meno faraonici. Nel caso di George Lucas la rotta procede da est verso ovest: è lo studio MAD fondato dal cinese Ma Yansong, sedi a Pechino e Tokyo, a ricevere l’incarico di realizzare il Lucas Museum of Narrative Art. Dando forma, secondo contratto entro il 2018, a un vecchio pallino del cineasta: che dopo un lungo tira e molla con gli amministratori di Los Angeles, incapaci di sostenere l’individuazione di un’area adatta al progetto, ha deciso di trasferire armi e vagagli a Chicago. Dove è stato lo stesso primo cittadino Rahm Emanuel a spendersi per trovare i sette ettari necessari al cantiere, indicando nel nuovo museo uno dei punti più importanti per il futuro turistico della città.
L’annuncio della nomina è freschissimo, ma ancora nulla trapela sul progetto, destinato ad occupare un’area affacciata sul lago Michigan, di fronte alla Northerly Island. Lo staff di Lucas si riserva di mostrare i primi render solo a fine 2014. Certo è che il team dello studio MAD (che vanta in portfolio il China Wood Sculpture Museum di Harbin e la Urban Forest di Chongqing) non sarà solo nell’impresa: allo Studio Gang di Chicago l’impegno di armonizzare la struttura con l’ambiente circostante e creare un ponte di collegamento con l’antistante Museum Campus – sorta di versione locale della Museumsinsel.
Non un mausoleo, né un tempio sacrario esclusivamente dedicato all’apologia di Star Wars e dintorni: il museo di Lucas promette di guardare in modo quanto mai ricco e completo alla narrazione in tutte le sue forme. Raccogliendo inevitabilmente cimeli e memorabilia che raccontano la carriera del regista e produttore, ma esponendo anche la sua collezione di grafiche, stampe, bozzetti e illustrazioni che testimoniano oltre un secolo di pubblicità, cinema, televisione.
Come le tavole originali con cui Alberto Vargas ha definito negli Anni Cinquanta l’estetica delle pin up, o come le mitiche matite che hanno visto Norman Theodore Mingo costruire il mito della rivista MAD; arrivando ai prototipi usati sui set dei film DreamWorks e ai disegni di sir Arthur Rackam, leggenda della Londra vittoriana.
– Francesco Sala
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