Brutte notizie per l’arte contemporanea. A Firenze chiude la Strozzina. Mostre cancellate e attività bloccate nei sotterranei di Palazzo Strozzi. La (quasi ex) direttrice Franziska Nori ci spiega
Viene prima l’uovo o la gallina? O meglio: la scelta di congelare fino a data da destinarsi le attività di uno tra i centri più interessanti per il contemporaneo in Italia è l’antefatto o la conseguenza dell’annunciato addio della persona che, negli ultimi anni, ne ha determinato le fortune? Sono le pagine fiorentine de La […]
Viene prima l’uovo o la gallina? O meglio: la scelta di congelare fino a data da destinarsi le attività di uno tra i centri più interessanti per il contemporaneo in Italia è l’antefatto o la conseguenza dell’annunciato addio della persona che, negli ultimi anni, ne ha determinato le fortune? Sono le pagine fiorentine de La Repubblica e Corriere della Sera a rilanciare la notizia: la Strozzina tira il freno a mano e si mette in stand-by, il tutto a pochi giorni dall’annuncio della nomina della sua direttrice Franziska Nori (assunzione a partire dal prossimo 1 novembre) alla guida della Frankfurter Kunstverein. Tradotto in soldoni niente più mostra sulla scena contemporanea spagnola, con inaugurazione prevista il prossimo 3 ottobre ufficialmente cancellata; nessuna novità sul fronte della sostituzione di Nori né – addirittura – sulla natura che assumerà il centro nel prossimo futuro. La Strozzina si trova così sul tavolo di “una riflessione che dovrà coinvolgere tutta la città e le sue istituzioni, un necessario ripensamento a cominciare dall’opportunità di una nuova direzione artistica, per adesso non contemplata”: così a La Repubblica il presidente di Palazzo Strozzi Lorenzo Bini Smaghi, che sembra addensare più nubi di quante non ne sgomberi, additando la difficoltà della congiuntura economica come primo e unico movente per il passo indietro. Già in sede di presentazione del bilancio 2014 si erano sollevate, da parte di Bini Smaghi, forti preoccupazioni: con la sparizione dell’ente Provincia di Firenze a cancellare una fetta di finanziamenti pari a 650mila euro, e con la Camera di Commercio della città a snellire il proprio impegno da 600mila a 400mila euro. Il tutto, paradossalmente, a fronte di un andamento più che soddisfacente: con Palazzo Strozzi a macinare biglietti grazie al tandem composto da Rosso e Pontormo; e la stessa Strozzina a chiudere l’ultimo show con 35mila visite, a sole cinquemila unità dal Bacon del 2012. Confermando un trend che nei quasi otto anni di direzione Nori ha visto un incremento di pubblico su base annua prossimo al 25%; con lo studio commissionato al Boston Consulting Group a certificare come le attività di Palazzo Strozzi riescano a generare un indotto sul turismo locale pari a quasi trenta milioni di euro ogni anno.
Numeri che sembrano invitare all’investimento più che al disincentivo, ma che evidentemente non bastano a motivare ulteriormente il tessuto economico (non solo) locale. In attesa di seguire i prossimi sviluppi resta la certezza di una prima brutta figura: la cancellazione di una mostra a un paio di mesi dall’opening non trasmette segnali incoraggianti. E pone domande. Come si è svolto il processo di avvicinamento di Franziska Nori a Francoforte: una naturale e comprensibile volontà di misurarsi con altri ambienti oppure una dorata e calcolata exit strategy in risposta alle avvisaglie primaverili di contrazione dei fondi alla Strozzina? E dunque, alla luce di questo interrogativo, un’altra questione: la Strozzina rinuncia all’ultima mostra firmata Nori perché davvero non può permetterselo (e se ne accorge solo ora, a macchina avviata e a due mesi dall’opening?) o perché i rapporti tra l’ente e la prossima ex-direttrice, in virtù dell’addio di quest’ultima, si sono logorati?
“Il lavoro alla mostra era partito e quasi compiuto” ci spiega Franziska Nori, raggiunta telefonicamente, “assieme alla co-curatrice, Rosa Pera, i 13 artisti invitati e innumerevoli liberi professionisti coinvolti nella realizzazione stavamo portando a termine la produzione delle opere e i prestiti internazionali della mostra che avrebbe inaugurato tra soli due mesi e mezzo. Infatti non a caso il mio incarico a Francoforte ha inizio a novembre, dopo l’apertura della mostra. Se la direzione della Fondazione però ha reputato che la mostra d’arte contemporanea che fino a 4 giorni fa era in piena fase di realizzazione si debba cancellare per poter rientrare in un budget complessivo a rischio, certamente sarà così”.
Quanto costava la mostra? Si parla di circa 200mila euro: cifra secondo Palazzo Strozzi divenuta insostenibile dopo il passo indietro compiuto dalla Camera di Commercio, secondo Franziska Nori invece in gran parte coperta dal budget annuale della Strozzina, da cui sarebbero rimasti scoperti non più di trentamila euro. Una divergenza di opinioni che è specchio di visioni diverse sul tipo di investimenti, sulla strategia, sulla natura stessa della programmazione; e che dà indicazioni su come l’addio di Franziska Nori a Firenze abbia forse radici più profonde di quanto non sappiamo.
– Francesco Sala
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