Danzare come un guscio vuoto, tra la vita e la morte. Il settantenne Masaki Iwana svela i segreti della danza butoh: a Ca’ Colmello, nelle colline sopra a Bologna…

Un piccolo ripasso. La danza butoh è emersa in Giappone alla fine degli anni Cinquanta, ad opera del cupo Tatsumi Hijikata e del luminoso Kazuo Ohno. Una ventina di anni dopo è dilagata a contaminare numerose esperienze nel resto del mondo. Oggi si parla di “nuovo butoh”. Fine del ripasso. Questa danza, spiega la storica […]

Un piccolo ripasso. La danza butoh è emersa in Giappone alla fine degli anni Cinquanta, ad opera del cupo Tatsumi Hijikata e del luminoso Kazuo Ohno. Una ventina di anni dopo è dilagata a contaminare numerose esperienze nel resto del mondo. Oggi si parla di “nuovo butoh”. Fine del ripasso. Questa danza, spiega la storica Elena Cervellati, “propone un corpo spesso esposto in una seminudità non erotica ma puramente oggettiva, svuotato dalla palpabile presenza della morte”: una sintesi perfetta per presentare la performance butoh Utsusemi (A lifeless shell) che Masaki Iwana propone domenica 13 luglio alla Casa Laboratorio Ca’ Colmello di Sassoleone, nelle colline sopra a Bologna, nell’ambito del Festival Attraverso – spazio attivo per la ricerca performativa (prenotazione obbligatoria).
Ho danzato per quarant’anni, ma ora tutte le mie tecniche, i miei concetti, le mie idee narrative, sono fluite via. Desidero solamente danzare come un guscio di cicala. In questo modo tecniche e pensieri precipitano, da qualche parte, dentro a questo guscio vuoto”, racconta il settantenne danzatore e coreografo giapponese. Iwana precisa le mutevoli etimologie del titolo da lui scelto: “’Utsu-semi’ significa guscio di cicala. In passato, però, la parola ‘Utsuse’ aveva il significato di ‘Mondo degli esseri viventi’ e ‘Mi’ significava ‘Corpo’. ‘Utsuse-mi’ quindi faceva riferimento all’interezza, alla completezza dell’essere vivente. Solo più tardi il termine ‘Utsuse’ è stato utilizzato per indicare qualcosa di ‘vuoto, sterile’. E ‘Utsuse-mi’ ha assunto il significato di ‘esistenza sterile e priva di senso’ oppure ‘corpo senz’anima’, un significato opposto a quello originale di ‘essere umano vivente’. Questo nuovo significato coincide con l’immagine del guscio vuoto abbandonato dalla cicala, ‘Utsu (vuoto), semi (Cicala)”. Siate curiosi, salite in collina…

– Michele Pascarella

http://www.cacolmello.it/

Masaki Iwana

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Michele Pascarella

Michele Pascarella

Dal 1992 si occupa di teatro contemporaneo e tecniche di narrazione sotto la guida di noti maestri ravennati. Dal 2010 è studioso di arti performative, interessandosi in particolare delle rivoluzioni del Novecento e delle contaminazioni fra le diverse pratiche artistiche.

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