Expo 2015, continua il bengodi per Germano Celant? Ai 750mila euro per curare le mostre alla Triennale, si aggiungeranno introiti per i cataloghi: leggete qui…
Si parla ancora di Expo 2015 Milano e degli affidamenti economici per progetti culturali. Come abbiamo più volte sottolineato, le voci iscritte negli elenchi reperibili sul sito dell’evento riportano motivazioni sintetiche e alquanto generiche. Difficile, quindi, con riferimento all’area tematica Art&Foods e alla mostra – o mostre – previste in merito alla Triennale, sapere nel dettaglio a […]
Si parla ancora di Expo 2015 Milano e degli affidamenti economici per progetti culturali. Come abbiamo più volte sottolineato, le voci iscritte negli elenchi reperibili sul sito dell’evento riportano motivazioni sintetiche e alquanto generiche. Difficile, quindi, con riferimento all’area tematica Art&Foods e alla mostra – o mostre – previste in merito alla Triennale, sapere nel dettaglio a cosa si riferiscano i 622mila euro destinati alla stessa Triennale, o gli ormai famosi 750mila euro destinati al curatore Germano Celant, dei quali si è a lungo dibattuto nelle scorse settimane. Quello che ora sembra emergere, è che sicuramente non riguardano i cataloghi delle mostre. Già, perché Artribune ha potuto consultare una lettera con la quale si invitavano gli editori a partecipare al bando relativo, che si è chiuso il 30 giugno: bando redatto secondo la formula della “migliore offerta”, ovvero per cataloghi totalmente a carico dell’eventuale editore aggiudicatario, con una serie di oneri accessori relativi ai contenuti, all’iconografia, alla distribuzione. Cataloghi relativi alla mostra Art&Foods e all’ottava edizione del Triennale Design Museum, curato nel 2015 dallo stesso Celant.
Ed è qui che arriva la nuova sorpresa: perché il “General Editor” – ammesso e non concesso (ma con buona approssimazione possiamo dire che sia così, pronti a smentirci in caso di nostra cattiva interpretazione) che questo General Editor, come logica vorrebbe, corrisponda alla figura di Germano Celant – ai 750mila euro ricevuti per la curatela potrà sommare gli introiti relativi all’attività editoriale (ammesso che qualche editore abbia aderito all’impegnativa offerta, le buste sono state aperte ieri ma non ne conosciamo il risultato). Dalla formulazione, infatti, per il volume Art&Foods al General Editor andrà riconosciuta una fee del 7%, con un anticipo di 12mila euro (altri 12mila euro andranno a due Associated Editors); agli autori dei 18 testi in catalogo andranno 36mila euro, mentre altri 10mila euro serviranno a coprire “ricerca iconografica, raccolta materiali e spese di viaggi”. Insomma, pare venire smontata la teoria per la quale “Celant ha si ricevuto un grande compenso, ma deve pagare tutti i suoi collaboratori per realizzare la mostra”. Magari la mostra sì, ma non di certo il catalogo che ha costi completamente extra, tuti da addebitare all’editore che lo stamperà. Compresi ulteriori emolumenti per lo stesso Celant e i suoi collaboratori. Stessa formula, cifre diverse per il catalogo del Triennale Design Museum: fee del 7%, con un anticipo di 8mila euro (altri 8mila euro a 2 Associated Editors); agli autori dei 5/6 testi in catalogo andranno 10/12mila euro, mentre restano fissi i 10mila euro per “ricerca iconografica, raccolta materiali e spese di viaggi”. Finito? Neanche per niente: a prodotto terminato, sempre al “General Editor” saranno riconosciute royalties di un ulteriore 7% sul prezzo di copertina di entrambi i volumi. Per chi si volesse dilettare a ipotizzare due conti: del volume Art&Foods si stamperanno in totale 12mila copie fra edizione inglese, italiana e francese, del Triennale Design Museum 10mila copie, fra inglese e italiano…
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