Fesso chi sta nella legalità! A Roma si sgombera il Teatro Valle, ma agli occupanti vanno in gentile omaggio spazi per continuare le attività
Da qualsiasi altro luogo del pianeta terra sarebbe una aberrazione. A Roma, invece, è una cosa normale. Normalissima. Ma comunque, sottolineiamolo, atroce. Non più tardi di ieri, giusto per fare un esempio che sta fuori al settore della cultura, il Consiglio Comunale ha approvato una normativa che conferma una sorta di diritto di prelazione, per […]
Da qualsiasi altro luogo del pianeta terra sarebbe una aberrazione. A Roma, invece, è una cosa normale. Normalissima. Ma comunque, sottolineiamolo, atroce. Non più tardi di ieri, giusto per fare un esempio che sta fuori al settore della cultura, il Consiglio Comunale ha approvato una normativa che conferma una sorta di diritto di prelazione, per l’assegnazione di case popolari, a quelle persone che ne hanno occupata illegalmente una. Spieghiamo meglio: se hai diritto, per punteggio, ad una casa popolare, il tuo punteggio rimane tale se sei stato buono ad aspettare il tuo turno, mentre il tuo punteggio si impenna se invece nel frattempo hai occupato una casa, magari quella stessa casa di cui aveva diritto qualcuno prima di te. È l’apoteosi e la vittoria totale della violenza, della prepotenza, della sopraffazione. E talvolta del racket, visto cosa c’è dietro allo smercio di case popolari a Roma.
Mutatis mutandis qualcosa di simile si sta concretizzando sulla faccenda sempre più patetica del Teatro Valle. La più classica delle soluzioni “alla romana”. Per carità, va dato atto al neo assessore del Comune di Roma Giovanna Marinelli – tra i mille grattacapi che le ha dato fin da subito la questione del Teatro dell’Opera – di aver trovato anche il tempo per affrontare la patata bollente del Valle, lasciatagli in eredità oltre che dagli assessori precedenti anche dallo Stato (proprietario dell’immobile, ricordiamolo).
Tuttavia, la soluzione appare un chinare la testa nei confronti di chi si è comportato in maniera illecita, violenta, antisociale.
Come per le case popolari, insomma. Se sei un’associazione che cerca di fare il proprio lavoro culturale, stando dentro le norme e non prevaricando nessuno; se cerchi di stare attenta a quando escono i bandi per parteciparvi e cercare di vincerli; se hai una tua sede dove paghi con sacrificio l’affitto, le bollette, la tassa per i rifiuti… Allora ti danno una bella pacca sulla spalla. Se invece hai pigliato con la forza un edificio di proprietà pubblica, l’hai usato come cosa tua rendendolo il posto più accogliente del mondo per i tuoi amici e rendendolo il posto più ostile del mondo per chi non la pensasse esattamente come te, allora hai la corsia preferenziale spianata. Superi a sinistra tutti quanti e sei in pole position. Il tuo “percorso culturale” (citiamo testuale dal comunicato dell’assessorato di Roma Capitale) viene valorizzato. Si cercherà di “salvaguardarne i migliori risultati” e ci si impegnerà alla “individuazione di spazi che consentano la conclusione delle iniziative artistiche in corso presso il Valle”.
Non abbiamo alcun dubbio (ne abbiamo parlato tante volte anche sul nostro giornale in termini positivi) che le “iniziative in corso” presso il Valle siano di qualità e degne di attenzione. Ma escludiamo che questa qualità la si possa conferire solo perché il Valle è uno spazio occupato illegalmente: se le “iniziative in corso” sono di livello, senz’altro non avranno difficoltà a vincere il prossimo bando, la prossima opportunità (comunale, regionale, statale), a farsi assegnare spazi in virtù della loro qualità, non della loro capacità di occupare abusivamente. Gli stessi occupanti, certi del loro alto livello artistico, dovrebbero rifiutare scorciatoie assimilabili a una penalizzazione nei confronti di tutte le altre associazioni, colpevoli solo di non aver occupato alcunché, di non aver forzato le regole.
Insomma, arriva sì la ferma richiesta – e qui va un plauso alla Marinelli – di sgomberare lo stabile entro e non oltre giovedì prossimo (devono partire anche degli importanti lavori di messa a norma da parte della Soprintendenza di Stato), ma “in cambio” arriva il regalino, il contentino. Arriva, insomma, la conferma che chi si comporta bene – nel nostro Paese e soprattutto nella sua Capitale – è un fesso, mentre chi opera nell’ottica delle forzature e della violenza viene sempre e sistematicamente premiato. Anzi, salvaguardato!
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