Nonostante la precarietà finanziaria, le Orestiadi di Gibellina vanno avanti. E sfornano l’edizione numero trentatré. Tanto teatro, ispirato al viaggio di Ulisse
Le Orestiadi di Gibellina nascevano trentatré anni fa, per volontà del compianto senatore e mecenate Ludovico Corrao. Dal 1981 ad oggi, passando attraverso successi ed attestati di stima, disagi economici e tagli di budget da parte degli enti pubblici, con tanto di paventate chiusure, lo storico festival siciliano ha sempre proseguito il suo viaggio, resistendo, […]
Le Orestiadi di Gibellina nascevano trentatré anni fa, per volontà del compianto senatore e mecenate Ludovico Corrao. Dal 1981 ad oggi, passando attraverso successi ed attestati di stima, disagi economici e tagli di budget da parte degli enti pubblici, con tanto di paventate chiusure, lo storico festival siciliano ha sempre proseguito il suo viaggio, resistendo, reinventandosi e giungendo così a questa nuova edizione.
Confermata la direzione artistica di Claudio Collovà, l’inaugurazione è fissata al prossimo 18 luglio con Arte Clandestina, uno spettacolo di Francesco Impellizzeri e Mikele Abramo: un’ouverture provocatoria, con un j’accuse scagliato, creativamente e ironicamente, contro la politica italiana e il suo disinteresse criminale nei confronti della cultura.
Le Orestiadi proseguono poi sul filo del racconto mitologico per eccellenza, evocando l’Odissea di Omero e sottolineando la forza di quelle radici classiche che la Sicilia custodisce e troppo spesso non onora. Il viaggio, dunque, come leitmotiv, partendo da un racconto epico che ne è antichissima e straordinaria metafora. Si comincia il 18 luglio con Moni Ovadia e il suo Odisseo e la gara dell’arco, seguito il 19 luglio da Odisseo e i Feaci di Giuseppe Cederna, mentre il fine settimana successivo ci sono Giole Dix con Il viaggio di Telemaco (25 luglio) e Maddalena Crippa, in Penelope (26 luglio). Ad arricchire il progetto c’è inoltre Vincenzo Pirrotta, autore, regista e cantore teatrale, che il 23 luglio in prima nazionale presenta La partenza e Scilla e Cariddi. Biglietto cumulativo, nei giorni degli spettacoli, per visitare il Museo delle Trame Mediterranee con le sue collezioni e una sezione di testimonianze storiche sul festival.
Nel panorama di devastazione governativa e di precarietà economica che connota, senza soluzione di continuità, la sciagurata politica siciliana, la sorte di realtà storiche, quale quella delle Orestiadi, è appesa a un filo. Per non parlare di progetti più giovani, puntualmente azzoppati o direttamente abortiti. Ma tant’è. Questo è lo stato dell’arte, ad oggi. E l’unica strategia di sopravvivenza resta quella dell’appello ai privati: mettere in moto meccanismi di gestione e di ricerca fondi, che possano garantire una discreta autonomia rispetto al settore pubblico. Poi, che in generale la crisi scoraggi gli sponsor e che la Sicilia sia una specie di inferno della burocrazia, dell’inedia e del malaffare, in cui nessuno vuole – comprensibilmente – investire, è un altro paio di maniche. Nel frattempo ci si affida alla generosità di chi crede. Come fa, anche stavolta, la Fondazione Orestiadi: “È agli artisti che va il nostro ringraziamento per avere contribuito in maniera concreta e con sensibilità allo svolgimento di questa edizione, ed al pubblico che abitualmente affolla le Orestiadi e anche a quello nuovo che rivolgiamo con gioia il nostro invito. Aiutate con il vostro sorriso ad accendere le stelle nelle notti al Baglio Di Stefano, ai piedi della montagna di sale”.
– Helga Marsala
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati