Nove artiste, per nove stanze, a intrecciare racconti da Sponge Living Space. Quinta edizione per Perfect Number, tra le colline di Pergola
Qual è il numero perfetto? Ognuno ha il suo, tra i ricordi, in un libro, in un cassetto, nella psicopatologia delle superstizioni quotidiane. Qualunque numero può essere quello ideale, per gioco o per destino. E Sponge Arte Contemporanea – realtà poliedrica, capitanata da Giovanni Gaggia – ha scelto il 9: Perfect Number è un progetto in […]
Qual è il numero perfetto? Ognuno ha il suo, tra i ricordi, in un libro, in un cassetto, nella psicopatologia delle superstizioni quotidiane. Qualunque numero può essere quello ideale, per gioco o per destino. E Sponge Arte Contemporanea – realtà poliedrica, capitanata da Giovanni Gaggia – ha scelto il 9: Perfect Number è un progetto in progress, che per cinque anni ha ruotato intorno a questa cifra. Nove sono innanzitutto le stanze del grande casale abbarbicato tra le colline di Pergola, in cui alla regolarità domestica di chi ci vive e ci lavora si alterna la straordinarietà di progetti artistici, espositivi, culturali, concepiti spesso in forma di residenza.
Nove stanze, dunque, per nove artisti e nove curatori: questo era il format delle prime tre edizioni; poi è stata la volta di nove realtà indipendenti, invitate a progettare e produrre egli interventi in loco; e adesso, per il 2014, un’altra variazione su tema: nove artiste, per una curatrice sola, Alessandra Baldoni. A lei il compito di orchestrare talenti, idee e opere di un gruppo tutto al femminile: Amalia Mora, Alessandra Maio, Silvia Camporesi, Debora Vrizzi, Simona Bramati, Chiara Mu, Silvia Noferi, Tiziana Cera Rosco, Francesca Romana Pinzari.
Nove voci, per nove storie, per abitare nuovamente gli ambienti di Sponge, inventando un’altra forma e un’altra pelle nel corso di un’occupazione creativa senza limiti, né indicazioni tematiche, né preclusioni di linguaggio. Ogni artista chiamata a prendersi un luogo e a diventarne parte. In sintonia col paesaggio e con la natura di uno spazio tanto isolato, quanto aperto alla contaminazione.
Da sabato 5 luglio, chi avrà la fortuna di concedersi un weekend nell’oasi di quelle colline, tra Pesaro e Urbino, di storie ne scoprirà molte e tutte diverse, costruite in questi giorni di permanenza: dalla coperta fatta di rovi raccolti nel bosco, che la Pinzari ha intessuto, in un lento rituale, ispirandosi alla favola “I sei cigni” nella versione dei Grimm, a La “Terza Venezia” della Camporesi, un diario di immagini e parole in cui si mescolano sogno e scrittura, mitologie e visioni incantate; dalla lacrime-parole di Maio, che con “Tears” lascia segni d’inchiostro su dei fazzoletti e poi li annoda, in una cantilena grafica e melanconica, all’“Hotel Reverie” di Noferi, lavoro fotografico legato al saggio “Poetica della reverie” di Gaston Bachelard, ancora una volta pervaso di suggestioni oniriche, fiabesche, boschive.
La scrittura, dunque, è il leitmotiv dei vari interventi, utilizzata come spunto, come medium, come orizzonte concreto o ideale, ma sempre a guidare gli occhi e le mani delle nove tessitrici di storie. Artribune, in anteprima, vi svela con un diario di immagini le tappe di questa avventura: dal backstage, nei giorni della residenza, fino alle opere compiute.
– Helga Marsala
Sponge Living Space
Frazione Mezzanotte 84 – Pergola
www.spongeartecontemporanea.net
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