Quando la scultura contemporanea riscopre il legno. Quarta edizione per la Biennale Gherdëina di Ortisei: cinque artisti internazionali, in dialogo con il territorio
Cultura locale e sguardo internazionale si incontrano, per la quarta edizione della Biennale Gherdëina di Ortisei, in provincia di Bolzano, curata da Luca Beatrice e costruita intorno al tema Legno/Wood/Holz/Lën. Protagonista assoluta è la scultura, grazie alle opere di cinque artisti invitati a esporre nell’area pedonale del centro storico. E il legame col territorio emerge […]
Cultura locale e sguardo internazionale si incontrano, per la quarta edizione della Biennale Gherdëina di Ortisei, in provincia di Bolzano, curata da Luca Beatrice e costruita intorno al tema Legno/Wood/Holz/Lën. Protagonista assoluta è la scultura, grazie alle opere di cinque artisti invitati a esporre nell’area pedonale del centro storico. E il legame col territorio emerge subito, proprio nella genesi e la forma dei lavori, tutti realizzati con il materiale tipico della zona: il legno. Sono dunque Chris Gilmour, Sonia Leimer, Willy Verginer, Velasco Vitali e Bruno Walpoth a interpretare, secondo i linguaggi della ricerca contemporanea, una tradizione antica che racconta l’anima dei luoghi e la potenza di eccellenze artigiane, scultoree, imprenditoriali. Realizzate in loco nei mesi scorsi, le opere hanno visto la luce anche grazie alla collaborazione di botteghe e aziende del posto, coinvolte nel processo creativo ed economico.
“Per la prima volta, da quando la Biennale esiste”, ha spiegato Beatrice, “è stato chiesto agli artisti di elaborare un progetto di scultura pubblica in grado di interagire con il centro storico di Ortisei, dialogando con cittadini e turisti senza imporsi come un segno calato dall’alto”. L’inglese Gilmour, residente a Udine, ha progettato delle casse contenenti insoliti materiali archeologici, reperti di un immaginario disastro naturale o di un rinvenimento sotterraneo; Leimer, meranese con base a Vienna, ha rivisitato concettualmente il topos dei banchi di lavoro, tipico della tradizione gardenese; e se Walpoth ha puntato sulla figura umana, installando un grande busto femminile ligneo, tagliato a metà e vuoto all’interno, Verginer ha costruito una struttura abitativa monocromatica, sorta di baracca o rifugio, edificata su radici d’albero; Vitali, infine, pittore e scultore famoso per i suoi branchi di cani, ha ideato una monumentale mongolfiera in legno e ferro, avvalendosi di tecnologie 3d. Le opere resteranno in mostra, sotto il cielo di Ortisei, dal 17 luglio al 1 ottobre 2014.
– Helga Marsala
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