New York: Alex Katz accompagna il nuovo Whitney. Dopo quella di Wade Guyton, una nuova opera d’arte pubblica lungo la High Line
I newyorchesi sono strani forti. Si ritrovano in piena Manhattan un ramo di sopraelevata che nessuno usa più dal 1980, pezzo di ferrovia ormai in disuso: un residuo da abbattere, annientare, cancellare dalla memoria per aprire una rinnovata idea di paesaggio. E invece no: proprio perché i newyorchesi sono strani forti e, un po’ come […]
![New York: Alex Katz accompagna il nuovo Whitney. Dopo quella di Wade Guyton, una nuova opera d’arte pubblica lungo la High Line](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2014/08/Schenck-Whitney-2014_04_24-DSC_5234.jpg)
I newyorchesi sono strani forti. Si ritrovano in piena Manhattan un ramo di sopraelevata che nessuno usa più dal 1980, pezzo di ferrovia ormai in disuso: un residuo da abbattere, annientare, cancellare dalla memoria per aprire una rinnovata idea di paesaggio. E invece no: proprio perché i newyorchesi sono strani forti e, un po’ come tutti gli americani, pure romantici. E così capita che i residenti se li vogliano tenere quei due chilometri e rotti di cemento e rotaie arrugginite tra la 34esima e Gansevoort Street; succede che si apre un processo condiviso tra amministrazione e popolazione per decidere cosa farne e che la palla passi allo studio Diller&Scofidio. Nasce la High Line come la conosciamo oggi, intelligente parco urbano – giardino pensile che sferza con il coraggio del suo verde una fetta di West End.
È da queste parti che, a quasi dieci anni dall’avvio di quel progetto, Renzo Piano sta alzando la nuova sede del Whitney Museum. Ed è dunque in un tessuto sociale dinamico, attivo, sensibile e maturo che il museo sta andando progressivamente a inserirsi, favorendo il passaggio con una serie di azioni dall’alto impatto culturale: prima con le installazioni in cantiere di Tauba Auerbach, Barbara Kruger, Wade Guyton e Kelley Walker; poi con lo show di danza contemporanea che Elisabeth Streb ha portata alla Gansevoort Plaza e con gli interventi di arte pubblica che, nelle vicinanze, hanno omaggiato Yayoi Kusama e Richard Artschwager.
Un processo che prosegue oggi con l’annuncio che sarà proprio uno degli edifici affacciati sulla High Line, il complesso residenziale del TF Cornerstone al 95 di Horatio Street, ad accogliere sulla propria facciata il nuovo intervento, previsto per il prossimo settembre: porta la firma dell’intramontabile Alex Katz la stampa su vinile di cinque metri per nove che ritrae i volti di Katherine and Elisabeth, soggetti immersi in una opalescente luce piana, dalle rassicuranti sfumature pop.
– Francesco Sala
![Alex Katz b. 1937 Katherine and Elizabeth 2012. Oil on Linen 72 x 186 inches. Collection of the artist courtesy Gavin Brown’s enterprise. © Alex Katz. Licensed by VAGA New York NY New York: Alex Katz accompagna il nuovo Whitney. Dopo quella di Wade Guyton, una nuova opera d’arte pubblica lungo la High Line](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2014/08/Alex-Katz-b.-1937-Katherine-and-Elizabeth-2012.-Oil-on-Linen-72-x-186-inches.-Collection-of-the-artist-courtesy-Gavin-Brown%E2%80%99s-enterprise.-%C2%A9-Alex-Katz.-Licensed-by-VAGA-New-York-NY.jpg)
![Schenck Whitney 2014 03 24 DSC 7345 New York: Alex Katz accompagna il nuovo Whitney. Dopo quella di Wade Guyton, una nuova opera d’arte pubblica lungo la High Line](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2014/08/Schenck-Whitney-2014_03_24-DSC_7345-768x513.jpg)
![Schenck Whitney 2014 04 24 DSC 5234 New York: Alex Katz accompagna il nuovo Whitney. Dopo quella di Wade Guyton, una nuova opera d’arte pubblica lungo la High Line](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2014/08/Schenck-Whitney-2014_04_24-DSC_5234-768x513.jpg)
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