I musei italiani e le tecnologie digitali: una storia irrisolta. Il team di #svegliamuseo lavora per migliorarne performance e strategie. E arriva anche l’ebook
Internet, social media, nuove tecnologie, etica, estetica e teoretica del 2.0. Croce e delizia di qualunque settore della vita sociale, economica e anche culturale. Il settore dei musei, per esempio. Che in Italia si piazza assai indietro rispetto agli standard internazionali di efficienza, qualità, innovazione. La prima porta che un’istituzione museale apre al visitatore è oggi […]
Internet, social media, nuove tecnologie, etica, estetica e teoretica del 2.0. Croce e delizia di qualunque settore della vita sociale, economica e anche culturale. Il settore dei musei, per esempio. Che in Italia si piazza assai indietro rispetto agli standard internazionali di efficienza, qualità, innovazione.
La prima porta che un’istituzione museale apre al visitatore è oggi quella della virtualità: limitarsi a un sito web o a un profilo su un social network, utilizzati come semplici contenitori, non è più sufficiente. In altri termini: essere in rete, traendone vantaggi in termini di numeri, engagement, interazioni, non è più un fatto immediato. Servono strumenti e strategie da gestire con competenza, tra continui aggiustamenti e aggiornamenti.
E così, l’interazione con gli utenti; la messa a punto di app personalizzate; le visite guidate virtuali usando dispotivi mobili; l’accesso alle collezioni, tramite software creativi on line; la presenza sui principali canali video on line; lo studio di testi, immagini e dati a misura di pc, tablet o smartphone… Un universo complesso, che si scontra in Italia con una situazione tragica: non si contano i musei pubblici – comunali, regionali ma anche nazionali – dotati di siti obsoleti, statici, addirittura privi di traduzioni in inglese e delle minime informazioni di base. Un disastro, che contribuisce a indebolire la già inverosimile situazione del turismo, di beni e servizi culturali e della connessa redditività socio-economica.
Il giovane team di #svegliamuseo ha fatto di questa consapevolezza un leitmotiv, decidendo nel 2013 di lanciare un imperativo esortativo ai musei italiani “offline” o dormienti: “svegliatevi!”. Secco, ironico, provocatorio, ma assolutamente centrato. E affinché il messaggio andasse a buon fine, si è scelto di operare non tanto con una lista di dos & don’ts, quanto tramite una piattaforma di scambio tra chi è già abbastanza “sveglio” – come il Mart di Rovereto, il Museo di Storia Naturale di Firenze, il Muse di Trento o il Museo della Scienza di Milano – e chi invece dorme ancora. Niente dictat, ma un dialogo critico all’interno di un network aperto.
La summa del percorso è racchiusa dal nuovo ebook “Comunicare la cultura online: una guida pratica per i musei”. Gli argomenti chiave? Non solo la logica facile di hashtag e like, ma un percorso che spazia dalla progettazione di siti web allo storytelling, dal content management agli approfondimenti sui social e le metodologie di analisi dei dati. Fino alle tecniche contro l’incubo di milioni di utenti Facebook: il famoso algoritmo EdgeRank, introdotto a fine 2013 per diminuire l’organic reach di chiunque possieda una fan page. L’obiettivo di Zuckeberg è quello di spingere le aziende ad acquistare pubblicità per potenziare le proprie pagine alla deriva, ma a soffrirne sono anche associazioni culturali, spazi non profit e musei, sempre meno visualizzati.
Il fine ultimo dell’ebook, concepito secondo un format lineare ma zeppo di case history e suggerimenti, è dunque quello di accompagnare curiosi e professionisti verso una autentica digital awareness, incrementando le potenzialità della comunicazione digitale per la cultura.
#svegliamuseo è composto da Francesca De Gottardo, ideatrice del progetto, Valeria Gasparotti, Alessandro d’Amore e Aurora Raimondi Cominesi, insieme a Federico Giannini, autore del blog e della fortunata pagina Facebook “Finestre Sull’Arte”, Pietro Colella, digital strategist duro e puro, esperto di analytics e di marketing per il settore profit, e Astrid D’Eredità, twittatrice incallita che gestisce, tra gli altri, l’account dell’Associazione Nazionale Archeologi.
– Helga Marsala e Flavia Chiavaroli
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