Là dove c’era la Tangenziale Est, oggi dismessa, sorgerà un giardino: capita a Roma, con il progetto green firmato da Nathalie Grenon
Il tema del riuso urbano, inteso come riqualificazione di porzioni residuali o periferiche di quello che è il complesso apparato infrastrutturale nella città contemporanea, è attuale e investe le amministrazioni cittadine in molte parti del pianeta. E’ accaduto a Parigi per esempio, con la Promenade Plantée o a New York, con la più celebre risistemazione […]
Il tema del riuso urbano, inteso come riqualificazione di porzioni residuali o periferiche di quello che è il complesso apparato infrastrutturale nella città contemporanea, è attuale e investe le amministrazioni cittadine in molte parti del pianeta. E’ accaduto a Parigi per esempio, con la Promenade Plantée o a New York, con la più celebre risistemazione della sopraelevata ferroviaria del Meatpacking District, che dopo anni di progettazione partecipata ha portato alla creazione del parco in quota – meglio noto come High Line – ad opera del duo Diller&Scofidio. A Roma, dove di “situazioni” da migliorare e trasformare ce ne sono parecchie, è di Nathalie Grenon in collaborazione con Piero Sartogo il progetto per la riconversione in giardino agronomico della Tangenziale est, attualmente dismessa: 2 km di lunghezza per 20 metri di larghezza, del tratto che collega Batteria Nomentana alla Stazione Tiburtina. Un’opportunità fortemente voluta e promossa dall’associazione RES – Ricerca Educazione e Scienza, dal II Municipio, da Comune e Università. “Il progetto prevede la riqualificazione di aree urbane, che versano in stato di abbandono e di degrado, e la trasformazione di queste in polmoni verdi produttivi [..] Esperienze di vita cittadina che vanno ben oltre la dimensione agricola, diventando protagoniste di nuove e rinnovate forme di aggregazione sociale, veri e propri fenomeni culturali in grado di accomunare, interessare e orientare i cittadini verso un riutilizzo sostenibile dell’area metropolitana e uno stile di vita basato sull’ecologia della mente.”
I cinque ettari di progetto prevedono diverse aree a destinazione variabile: un mercato a chilometro zero capace di valorizzare le biodiversità laziali, con magazzini, servizi e un istituto di ricerca sul paesaggio; uno skate park, orti didattici e condivisi, vitigni autoctoni e campi di bocce, un giardino piantumato a meli con auditorium, oltre a una pista ciclabile con annesso percorso pedonale. Cui si aggiunge la creazione di posti auto per i soli residenti, recuperando l’area sottostante la sopraelevata con appositi tamponamenti di verde urbano, autentica barriera organica lungo tutto il percorso. Un progetto ambizioso per la Capitale, soprattutto in funzione del rispetto dell’Agenda 21 della “Carta di Aalborg” per Horizon 2020. Questi i principali obiettivi da raggiungere: difendere l’ambiente attraverso un’opera di bonifica e di abbattimento della CO2 , promuovere la sostenibilità e l’efficienza delle risorse, sviluppare il patrimonio culturale e la biodiversità, promuovere nuove idee, nuove imprese e nuove forme di occupazione, favorire l’inclusione sociale, promuovere la mobilità sostenibile e l’arte negli spazi pubblici. Perché la tutela ambientale, in fondo, è un bene collettivo, per chi abita e per chi abiterà questa città. E più le amministrazioni collaborano con i cittadini, mostrandosi aperte all’ascolto e al miglioramento attivo, più questi avranno l’educazione civica di rispettare gli spazi comuni, dandogli valore.
– Giulia Mura
www.associazioneres.org
www.sartogoarchitetti.it
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