L’autunno delle grandi mostre, al Castello di Rivoli. Una rassegna sul disegno, da Picasso a Keith Haring. E un nuovo progetto di Sophie Calle
Siamo ancora in piena estate, ma è già tempo di prepararsi mentalmente alla nuova stagione museale. Che per il Castello di Rivoli, nell’anno del suo trentennale – con un compleanno da festeggiare il 18 dicembre – è più che mai piena di eventi e di grandi mostre. Tra queste, Intenzione manifesta. Il disegno in tutte […]
Siamo ancora in piena estate, ma è già tempo di prepararsi mentalmente alla nuova stagione museale. Che per il Castello di Rivoli, nell’anno del suo trentennale – con un compleanno da festeggiare il 18 dicembre – è più che mai piena di eventi e di grandi mostre. Tra queste, Intenzione manifesta. Il disegno in tutte le sue forme (11 ottobre-25 gennaio), si prospetta come una delle più estese che il Museo abbia mai concepito, allestita contemporaneamente nell’ampio spazio della Manica Lunga e nelle sale al terzo piano della residenza Sabauda. A cura di Beatrice Merz e Marianna Vecellio, la rassegna si concentra sulla pratica del disegno, sovente nascosta o tenuta nell’ombra, ma che è , in realtà, la base comune di ogni pratica artistica, che si tratti di schizzi, progetti o di opere finite.
Partendo da un nucleo di artisti legati a vario titolo alla storia del Museo, vuoi perché ospitati in collezione, vuoi perché presentati in alcune delle più importanti mostre di questi trent’anni, la ricerca si espande attraverso lo sguardo di oltre cinquanta nomi. Solo per citarne alcuni: da maestri come Pablo Picasso, Joan Mirò, Paul Klee, George Grosz, Osvaldo Licini e Renato Guttuso, a esponenti contemporanei di grande rilievo come William Kentridge, Matthew Barney (in mostra con i suoi Drawing Restraint) o Robin Rhode, quest’ultimo presente con una nuova performance basata sul disegno. Nell’allestimento di Intenzione manifesta dialogheranno anche testimonianze scritte e opere disegnate, diari o notebook di artisti diversissimi, da Nan Goldin a Mario Merz, e poi i graffiti di Keith Haring e Mircea Cantor, la denuncia di Shirin Neshat espressa attraverso la scrittura Farsi, le storie raccontate tramite costellazioni grafiche a parete da Nedko Solakov o Peter Friedl.
L’altra grande mostra in programma al Castello s‘intitola Ma(d)re (11 ottobre-16 febbraio), dedicata a Sophie Calle. Protagonista indiscussa della scena internazionale, l’artista francese propone un lavoro site-specific per le sale auliche al secondo piano del museo, costruito a partire da due importanti progetti in corso da diversi anni: Rachel, Monique, sulla morte della madre, e Voir la mer, videoinstallazione sul mare di Istanbul. L’artista lavora da sempre intorno a temi intimi ed emotivamente complessi, quali il distacco da una persona cara, la rottura amorosa, le relazioni personali, la sfera del privato, fondendo piano emozionale, epico e filosofico. Utilizzando oggetti, video e testi, i suoi progetti uniscono precisione ed ossessione, come delle mise en place di taglio teatrale, prive di spettacolarizzazioni sceniche. Perseguendo un effetto insieme nostalgico e liberatorio.
– Claudia Giraud
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