SOS archeologia: a Bacoli, nel napoletano, sta lentamente sgretolandosi la Piscina Mirabilis. Mentre a Istanbul la gemella Yerebatan è meta di milioni di turisti
La notizia è stata data qualche giorno fa dal Corriere del Mezzogiorno: a Bacoli, in provincia di Napoli, la cosiddetta Piscina Mirabilis sta lentamente sgretolandosi. L’allarme è stato dato dagli attivisti di “Freebacoli”, tramite la voce di Antonio Cangiano, che ha testimoniato la caduta dell’intonaco idraulico di quella che era la cisterna idraulica più grande […]
La notizia è stata data qualche giorno fa dal Corriere del Mezzogiorno: a Bacoli, in provincia di Napoli, la cosiddetta Piscina Mirabilis sta lentamente sgretolandosi. L’allarme è stato dato dagli attivisti di “Freebacoli”, tramite la voce di Antonio Cangiano, che ha testimoniato la caduta dell’intonaco idraulico di quella che era la cisterna idraulica più grande dell’antichità (15 metri di altezza, 72 di lunghezza, per una larghezza di 25). Il materiale impermeabilizzante sta infatti staccandosi dalle pareti, e parte dell’area solitamente visitabile è ormai chiusa da transenne. Questo sito, interamente scavato nel tufo, è stato lasciato in abbandono dalle istituzioni che, soprattutto al Sud, dimenticano che con la Cultura si può mangiare. A Istambul la Yerebatan, una cisterna gemella, viene tenuta come un gioiello ed è meta di innumerevoli turisti che possono apprezzarne la struttura maestosa.
Il confronto purtroppo è inevitabile. Il nostro sito al contrario sta lentamente cadendo a pezzi, e come al solito scarseggia l’attenzione per i tesori archeologici che fanno parte del nostro storico patrimonio culturale. Un soffitto con volte a botte, sorretto da 48 pilastri a sezione cruciforme, compone una sorta di grandiosa cattedrale che poteva contenere fino a 12mila metri cubi d’acqua, per quella che era la più importante flotta dell’Impero Romano, Classis Misenensis, poi divenuta Classis Praetoria Misenensis Pia Vindex ormeggiata nel porto di Miseno. Sul sito dei Beni Culturali della Campania si legge: “Ingresso gratuito. Rivolgersi al custode“: forse più che al custode bisognerebbe rivolgersi al Ministero dei Beni Culturali…
– Diana Di Nuzzo
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