Tempi duri per i pittori di strada romani. A Piazza Navona da oggi solo i migliori. E se a sceglierli fosse Achille Bonito Oliva?
Uno di quei posti, a Roma, che tolgono il fiato. Concepita in origine come Stadio per l’Imperatore Domiziano, Piazza Navona conduce lo sguardo attraverso la grande fontana mitologica del Bernini, la Chiesa di Sant’Agnese del Borromini e Palazzo Pamphili, che all’interno custodisce gli affreschi di Pietro da Cortona. Affollata, sempre: visitatori, passanti, avventori dei molti bar […]
Uno di quei posti, a Roma, che tolgono il fiato. Concepita in origine come Stadio per l’Imperatore Domiziano, Piazza Navona conduce lo sguardo attraverso la grande fontana mitologica del Bernini, la Chiesa di Sant’Agnese del Borromini e Palazzo Pamphili, che all’interno custodisce gli affreschi di Pietro da Cortona. Affollata, sempre: visitatori, passanti, avventori dei molti bar e ristoranti… E poi, loro gli artisti di strada. I pittori soprattutto, quelli “della domenica”, che però, in piazza, sostano ogni giorno. Per lo più abusivi, naturalmente. O comunque diventati tali, negli anni. Dilettanti e autodidatti, da decenni un’attrazione locale a misura di turista: ritrattisti, caricaturisti, disegnatori e acquarellisti, che campano offrendo al pubblico le loro creazioni. Un’invasione vera e propria, che inghiotte le meraviglie artistiche di cui sopra in un suq pittoresco (non necessariamente nel senso positivo del termine), del tutto fuori controllo. Come da copione, a Roma. Con in più, talvolta, il sapore del racket. Ben documentato in uno storico servizio de Le Iene qualche anno fa: i “pittori”, italiani e stranieri, vendevano anche opere industriali, fotocopie e stampe importate da Cina, Russia e altri Paesi. Classiche croste fatte in serie, in bella vista su orribili bancarelle. Impedendo per di più, con intimidazioni varie, l’ingresso alle postazioni di veri e propri artigiani.
Lunga e mai risolta la contesa tra l’amministrazione comunale e gli artisti muniti di cavalletti, tavolozze e pastelli: le ultime autorizzazioni per la sosta erano scadute nel 2004, senza che alcun rinnovo fosse concesso. Eppure loro, da lì, non si sono mossi mai, moltiplicandosi tra ripetuti sgomberi e accanite proteste.
Oggi arriva un tentativo di normalizzazione. Ma, come vedremo, “alla romana”. Tagliati a 25 i posti disponibili (prima erano 44), in accordo con il Mibac e la Soprintendenza, in futuro saranno riservati solo degli artisti “veri”. Niente madonnari, incompetenti, profittatori e hobbisti allo sbaraglio. I pittori di Piazza Navona, in altri termini, dovranno passare un esame. Quelli bravi restano, gli altri tornano a casa o si accontentano di palcoscenici minori. Chi sarà a decidere? Ancora tutto da capire. Si pensa a una giuria di esperti, un comitato scientifico d’eccezione, gente titolata a indicare cosa è arte e cosa non lo è. Questo, almeno, negli intenti della commissione Commercio del Comune presieduta dal consigliere comunale Orlando Corsetti.
E tra i nomi circola già con insistenza quello di Achille Bonito Oliva. Il quale, in una intervista a Repubblica, avrebbe espresso più di qualche dubbio, legato ai suoi troppi impegni professionali e alle priorità politiche dell’amministrazione comunale di Roma: “Perché il Comune invece di pensare a questi artigiani, a questi artieri, non pensa ai tanti giovani artisti di qualità che vivono in città e che avrebbero bisogno di uno studio?”. E ai dubbi è seguito un rifiuto netto – “Non credo di essere la persona adatta” – con tanto di inequivocabile stilettata: “Se il sindaco Marino da una parte ha reso pedonali anche i Fori, capirà che piazza Navona, piazza del Popolo, Trinità dè Monti e Castel Sant’Angelo devono essere spazi pedonali dove non inciampare ogni metro in un cavalletto“.
Una soluzione seria e definitiva comunque, Abo o non Abo, andrà trovata. Che non cancelli del tutto il volto più popolare e colorito della piazza, ma che punti a regolamentare, disciplinare, riqualificare. A tutela della monumentale bellezza del luogo. I romani ringraziano e i pittori si attivano: per una nuova rivolta o per affrontare l’esame? Ad oggi di esami superati ci sono solo quelli dell’improvvisazione, materia di cui è tradizionalmente campionessa l’amministrazione romana.
– Helga Marsala
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