Tutti pazzi per la stampa 3D. E per i gioielli .bijouets. Inclusi il Muse di Trento e la Tate Modern di Londra
Come sposare la sapienza artigianale, iscritta nel dna italiano, e l’evoluzione tecnologica che sta cambiandola la maniera di progettare e produrre oggetti? Un’impresa che ha fatto la fortuna di .bijouets, marchio trentino da anni all’avanguardia nel settore del design, grazie all’uso della tecnologia di stampa 3D. Non dei semplici gioielli, quelli prodotti da .bijouets, ma […]
Come sposare la sapienza artigianale, iscritta nel dna italiano, e l’evoluzione tecnologica che sta cambiandola la maniera di progettare e produrre oggetti? Un’impresa che ha fatto la fortuna di .bijouets, marchio trentino da anni all’avanguardia nel settore del design, grazie all’uso della tecnologia di stampa 3D.
Non dei semplici gioielli, quelli prodotti da .bijouets, ma delle creazioni sperimentali, ideate, disegnate e realizzate digitalmente, ottenendo soluzioni che i tradizionali processi produttivi non potrebbero garantire. Non c’è limite alla varietà di forme, incastri, equilibri che la stampa 3D consente di trasportare dal mondo della virtualità a quello della concretezza, sfruttando algoritmi sofisticati in grado di simulare la qualità tattile di tessuti e materiali. Dalla lavorazione dei polimeri, completata da finiture manuali, vengono fuori gioielli in serie o pezzi unici dall’aspetto tecnico, futurista, ma al contempo prezioso: piegature, intagli, onde e incisioni scaldano le superfici, facendone delle piccole sculture da indossare.
Il progetto .bijouets sta conquistando a velocità un mercato in espansione, passando dal singolo cliente a delle prestigiose collaborazioni istituzionali. Come quelle presentate in luglio: una collezione per il Muse di Trento e un passaggio alla Tate Modern di Londra.
Il nuovo museo delle scienze, progettato da Renzo Piano, ha commissionato una linea di bracciali, anelli, orecchini, ciondoli e spille, in occasione del proprio primo compleanno: coloratissimi – dal giallo all’arancio, dal bordeaux al fucsia, passando per il verde erba, il bluette e il classico nero – i bojoux interpretano le forme elicoidali delle catene genetiche, quelle organiche della natura, le curve, i corsi d’acqua e le cromie dal paesaggio montano, fino alle trame stilizzate di alcune pelli di animali. Fatti di poliammide, resine e pigmenti, sono disegnati da Selvaggia Armani, Charlotte Juillard e Maria Jennifer Carew.
A Londra il gancio è la mostra dedicata a Kazimir Malevich, in corso fino al 26 ottobre 2014. Un protagonista immenso delle avanguardie del Novecento, che ha segnato una rivoluzione clamorosa nella storia dell’arte moderna. Mostra importante, quella londinese: la prima retrospettiva in trent’anni, con opere provenienti da collezioni di tutto il mondo, per celebrare lo shock estetico e concettuale innescato dalle geometrie pure del Suprematismo, oltre ogni residuo iconico.
In questo caso lo shop della Tate ha scelto dal catalogo delle collezioni .bojouets due modelli che andranno a completare una selezione di oggetti design, di varia natura e provenienza, in linea con lo stile dell’artista. Si tratta degli anelli Geometrie di Charlotte Juillard, fatti di quadrati, triangoli e cerchi sovrapposti dinamicamente, e la collana Square Chain di Selvaggia Armani, formata da elementi rettangolari morbidamente inanellati. In vendita presso il negozio del museo, per tutta la durata della mostra.
– Helga Marsala
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