Arte e vino, una liaison poetica. Il Viaggio in Sicilia di Planeta: cinque artisti ascoltano il paesaggio, evocando Emily Dickinson. Le foto d’autore inedite
Emily Dickinson, creatura malinconica e riservata, aveva viaggiato pochissimo. E mai era stata in Sicilia. Eppure qualcosa la legava all’Isola, così lontana dalla sua America. Qualcosa che le giungeva dai racconti dei viaggiatori dei Grand Tour ottocenteschi: i paesaggi mediterranei, le luci adamantine, le distese di verde e d’azzurro, i boschi ed i vigneti, le […]
Emily Dickinson, creatura malinconica e riservata, aveva viaggiato pochissimo. E mai era stata in Sicilia. Eppure qualcosa la legava all’Isola, così lontana dalla sua America. Qualcosa che le giungeva dai racconti dei viaggiatori dei Grand Tour ottocenteschi: i paesaggi mediterranei, le luci adamantine, le distese di verde e d’azzurro, i boschi ed i vigneti, le zone archeologiche. E i vulcani. Tornano i vulcani, con un’insistenza curiosa, nelle liriche della Dickinson. Il Vesuvio, ma anche l’Etna, ingenuamente scambiati tra loro. Ma al di là degli equivoci d’attribuzione, a contare era la forza simbolica: quella potenza creativa sotterranea, ancestrale, di cui il vulcano si faceva immagine bollente.
È da qui che parte Quando il paesaggio è in ascolto, il nuovo progetto per l’Arte e il Territorio di Planeta, sesta edizione della rassegna “Viaggio in Sicilia”, promossa in occasione dei vent’anni di attività dell’azienda vinicola siciliana. Riagganciandosi alla consistenza fulgida della scrittura di Dickinson e alle sue metafore, gli artisti sono invitatia realizzare dei nuovi lavori, respirando storia e natura del luogo, attraverso una visita alle sei tenute Planeta: Ulmo a Sambuca di Sicilia, Dispensa a Menfi, Dorilli a Vittoria, Buonivini a Noto, Feudo di Mezzo sull’Etna e La Baronia a Capo Milazzo.
Luoghi incantevoli, che in qualche modo lasceranno traccia di sé nelle opere di Adrianna Glaviano, Paula Karoline Kamps, John Kleckner, Carlo e Fabio Ingrassia, Ignazio Mortellaro, invitati dalla curatrice, Valentina Bruschi.
La prima fase, appena conclusasi, si è svolta nei giorni della vendemmia, per una settimana di meditazione, attraversamenti, annotazioni. La seconda è attesa per giugno 2015, a Palermo, dove una collettiva presenterà il lavoro realizzato nel corso dell’anno.
Ad accompagnare gli artisti, durante la residenza nomade, c’era anche una scrittrice, Tiziana Lo Porto, che ha registrato impressioni e suggestioni sul blog di “Viaggio in Sicilia”, mentre Glaviano e Mortellaro, lungo il cammino, immortalavano scorci e vedute, in ricordo di questa esperienza d’esplorazione e di condivisione.
Un’esperienza fatta, innanzitutto, di ascolto: se da un lato gli artisti porgono occhi e orecchie al paesaggio, per decifrarne segni e scritture, dall’altro è il paesaggio stesso a drizzare le sue antenne, come suggerisce il titolo del progetto. Anche questo tratto da una lirica di Emily Dickinson, dedicata a quella “certa obliquità di luce”, che “taglia i pomeriggi d’inverno”. Luce gelida, girgioazzurra, qui tramutata in una bagliore autunnale, tra le campagne di Sicilia: “Quando viene il paesaggio sta in ascolto, / le ombre trattengono il respiro / quando va via è come la lontananza / sul sembiante della morte”.
– Helga Marsala
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