Daniza, l’addio della rete. Centinaia di post per mamma orsa, uccisa dagli uomini. Tra Twitter e Facebook, una raccolta di foto, disegni, grafiche, vignette
Lascia interdetti l’ondata di emotività che si scatena, in maniera virale, in reazione a certi fatti. Anche piccoli. Come la morte di un animale. Quasi in un disperato tentativo di auto preservazione, il sistema dell’empatia di massa si difende dall’orrore quotidiano e resiste all’effetto anestesia: gole sgozzate, bambini massacrati in trincea, attacchi terroristici, immagini cruente […]
Lascia interdetti l’ondata di emotività che si scatena, in maniera virale, in reazione a certi fatti. Anche piccoli. Come la morte di un animale. Quasi in un disperato tentativo di auto preservazione, il sistema dell’empatia di massa si difende dall’orrore quotidiano e resiste all’effetto anestesia: gole sgozzate, bambini massacrati in trincea, attacchi terroristici, immagini cruente che non temono censura e che si fanno “social”. Una stress psicologico, etico ed estetico, con cui fare i conti ininterrottamente.
Eppure, un giorno, succede che degli uomini uccidano – per sbaglio? – una mamma orsa. E che il mondo si fermi in un coro d’indignazione. Di commozione. La stessa che si sbeffeggia, con la frasetta di rito: “E il web si commuove”. Esatto. S’è commosso anche per Daniza, l’orsa catturata dai forestali tra i boschi del Trentino, esemplare di una specie protetta, che lo scorso ferragosto aveva aggredito un uomo, in presenza dei suoi cuccioli. Istinto ferino. Dinanzi ad un estraneo, nel proprio habitat naturale, era prevalso lo slancio di protezione verso i piccoli. Non era un cacciatore, quell’uomo: andava per funghi, ignaro. Ma questo, Daniza, non lo poteva sapere.
L’hanno presa, dunque, e sedata con la telenarcosi. Dopo un mese di inseguimenti e di monitoraggio. La dose però è stata letale. Daniza è morta. E questa morte – su cui il Wwf, ma anche il Governo, chiedono chiarezza – ha toccato le famose corde della sensibilità collettiva. Il senso del candore, contro il senso di una certa crudeltà.
Un’incontenibile quantità di post, commenti, articoli, tweet, ha invaso la rete. Non senza fanatismi e punte d’isteria.
Tra animalisti talebani, che nella contraddizione più totale augurano morte e sofferenza a chi ha ucciso l’animale, vegani scatenati, catastrofisti che propongono di boicottare il Trentino intero, polemisti che vorrebbero le dimissioni del Presidente della Provincia autonoma di Trento, non mancano i messaggi del politico di turno, pronto a sfruttare l’occasione. Matteo Salvini, in primis. Che nel suo post di cordoglio ha trovato il modo di infilarci clandestini e delinquenti, dimenticando di quando la Lega – poi bloccata dai Nas – organizzava in quelle zone grigliate a base di carne d’orso (“per tutelarci”, dichiarava Maurizio Fugatti, segretario della Lega Nord Trentino, “preferiamo consumarli così”). Populismo e ‘coerenza’, targati Carroccio.
E poi ci sono le centinaia di messaggi affettuosi, teneri, misurati. Spesso accompagnati da foto (come quelle del flashmob di fronte al Ministero dell’Ambiente), disegni, grafiche, vignette, illustrazioni. Recuperati o creati per l’occasione, in omaggio a Daniza. Certi sono anonimi, qualcuno d’autore, come nel caso di Laurina Paperina, Lucamaleonte, Federico Lanaro o Chiara Tomaini. E spunta pure qualche riferimento (estremo) alla più dura attualità: dal caso del diciassettenne di Napoli, ucciso da un carabiniere, fino agli sgozzamenti dell’Isis. Li abbiamo raccolti in una gallery. Un piccolo tributo, fatto di molti altri tributi, con cui anche noi abbiamo voluto ricordare Daniza. E i suoi cuccioli rimasti soli.
– Helga Marsala
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