David Adyaje for Africa. L’archistar britannica presenta a Londra Stool7, uno sgabello d’autore in vendita a favore dei giovani della Sierra Leone. Se ne parla in questa videointervista
Un’iconica creazione di design per garantire un futuro migliore ai bambini della Sierra Leone: questa l’idea che ha ispirato Stool7, progettopresentato in anteprima al pubblico londinese ieri sera presso la galleria Debut di Notting Hill. Un evento che mette insieme arte, design e sostenibilità allo scopo di promuovere un cambiamento sociale, ideato da Standseven, piattaforma […]
Un’iconica creazione di design per garantire un futuro migliore ai bambini della Sierra Leone: questa l’idea che ha ispirato Stool7, progettopresentato in anteprima al pubblico londinese ieri sera presso la galleria Debut di Notting Hill. Un evento che mette insieme arte, design e sostenibilità allo scopo di promuovere un cambiamento sociale, ideato da Standseven, piattaforma online fondata da Ikena Carreira e Tamaryn White che raccoglie raffinati oggetti di design realizzati nel rispetto di modelli di produzione etici ed artigianali, e Debut Contemporary, galleria e centro di formazione impegnato nella promozione di artisti emergenti sulla scena londinese.
Protagonista della serata è lo sgabello Stool7, disegnato dall’archistar britannica David Adyaje (famoso per le sue collaborazioni con artisti contemporanei, tra cui Chris Ofili e Olafur Eliasson), che si distingue per le sue linee sintetiche e allusive, alla base di un oggetto funzionale e originale realizzato con metalli riciclati. Disponibile in edizione limitata di quaranta esemplari, il progetto si lega a Shine on Sierra Leone, associazione fondata da Tiffany Pearson che dal 2010 si occupa di raccogliere fondi e coordinare programmi di sviluppo sostenibile allo scopo di creare comunità locali autosufficienti nel paese africano.
Ogni sgabello venduto darà la possibilità ad un bambino del distretto di Kono, il più grande centro di produzione di diamanti del Paese devastato da una prolungata e invasiva attività estrattiva oltre che da una sanguinosa guerra civile, di frequentare un anno di studi presso la scuola locale, costruita con i fondi raccolti dall’associazione. Nell’intervista video Samir Ceric, fondatore e CEO della galleria Debut Contemporary, ci racconta più da vicino questo progetto…
– Manu Buttiglione
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