Il Garbage Patch State di Maria Cristina Finucci arriva a New York, all’Onu. Un arcipelago di rifiuti plastici, per riflettere sul disastro ambientale oceanico
Continua il tour internazionale del progetto di Maria Cristina Finucci, artista italiana impegnata in un percorso creativo, ma anche educativo e d’informazione, ampliato nel tempo attraverso una rete di sedi istituzionali. Dopo l’Unesco a Parigi, la Biennale di Venezia, la Gran Via di Madrid e il Maxxi di Roma, il suo Garbage Patch State arriva […]
Continua il tour internazionale del progetto di Maria Cristina Finucci, artista italiana impegnata in un percorso creativo, ma anche educativo e d’informazione, ampliato nel tempo attraverso una rete di sedi istituzionali.
Dopo l’Unesco a Parigi, la Biennale di Venezia, la Gran Via di Madrid e il Maxxi di Roma, il suo Garbage Patch State arriva a New York, nella sede dell’Onu, sotto forma di installazione, allestita nell’atrio del Palazzo di Vetro durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Il ciclo di lavori – che comprende sculture, performance, video, interventi installativi – nasce dalla scoperta di un fenomeno distribuito tra gli Oceani: il Garbage Patch è una superficie di 16 milioni di Km2, raggruppata in cinque gigantesche isole. Un arcipelago di rifiuti plastici. Scorie del nostro quotidiano, consumate, gettate e non destinate al processo di riciclo: per sempre incagliate, come scintillanti corpi estranei, sulla superficie del mare.
Questa seconda pelle sintetica, che non potrà deteriorarsi e rientrare nel ciclo biologico della natura, è il frutto di una alterazione feroce degli equilibri ambientali; frutto visibile, progressivo, persino scenografico, che rivela una terribile minaccia ambientale. D’un tratto si materializza l’immagine apocalittica del Pianeta, avvolto da una bolla di rifiuti tossici, plastici, non deperibili, incollati al mare e alla terra come una guaina di cellofan.
Difficile documentare in maniera chiara e unitaria le isole del Garbage Patch, anche per i satelliti. Difficile, ancora, avere la misura esatta del disastro avviato. Ed è per questo che Maria Cristina Finucci, dall’aprile del 2013, ha deciso di portare in giro il suo lavoro di ricostruzione, documentazione e rappresentazione creativa del fenomeno. Ideando persino uno Stato ideale: il Garbage Patch State, in cui l’artista ha piantato la sua bandiera simbolica e polemica, altro non è che la nuova piattaforma emersa sulle acque, territorio artificiale in espansione che sfugge al controllo dell’uomo, essendone mostruosa creatura.
Il 29 Settembre 2014 l’opera fa dunque il suo ingresso nel quartier generale delle Nazioni Unite, luogo in cui le volontà di pace delle comunità nazionali dovrebbero tradursi in rigorose azioni responsabili. Qui, l’installazione di Finucci, concepita in una chiave etica, estetica e politica, diventa monito e occasione di pensiero critico. In mostra fino al 19 ottobre.
– Helga Marsala
Maria Cristina Finucci
Palazzo di Vetro, Lobby
One UN Plaza, New York, NY
29 Settembre – 19 Ottobre 2014
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