Napoli, Quartieri Spagnoli: la città immaginata, secondo FOQUS. Lavoro, formazione, servizi sociali, cultura. Partono le Botteghe di Mestiere
Il lavoro, questo sconosciuto. Dai giovanissimi ai più attempati, l’ossessione lavorativa consuma il Paese ed il suo tempo sfasciato, disperato. Mentre fra gli exploit neoliberisti dei riformisti di governo e le nostalgiche rivendicazioni sindacali, si va in cerca dell’esatta combinazione: diritti per tutti, contratti equi, investimenti nuovi, capacità di stare nel mercato, defiscalizzazione, semplificazione. E […]
Il lavoro, questo sconosciuto. Dai giovanissimi ai più attempati, l’ossessione lavorativa consuma il Paese ed il suo tempo sfasciato, disperato. Mentre fra gli exploit neoliberisti dei riformisti di governo e le nostalgiche rivendicazioni sindacali, si va in cerca dell’esatta combinazione: diritti per tutti, contratti equi, investimenti nuovi, capacità di stare nel mercato, defiscalizzazione, semplificazione. E poi, la formazione. Tema nodale, intorno a cui si sono persi chance e denari, disimparando a generare lavoro anche a partire dal lavoratore. Dai suoi talenti, dalle sue possibilità, dalle sue intuizioni.
È in questo quadro critico che si definisce un’iniziativa quale “Botteghe di Mestiere”, messa in campo da FOQUS, progetto nato nel 2014 a Napoli ad opera della Fondazione Quartieri Spagnoli, con la direzione di Renato Quaglia (già direttore organizzativo della Biennale di Venezia, coordinatore culturale del Museo Riso, direttore artistico del Napoli Teatro Festival), in un’ottica dirigenerazione urbana: dalla creazione di nuova impresa alla facilitazione dell’occupazione giovanile, dai servizi alla persona alla crescita individuale. Misure speciali per una zona di confine – gli storii Quartieri Spagnoli, al centro di Napoli – da sempre simbolo del degrado sociale, tra minori a rischio, dispersione scolastica, povertà e micro criminalità.
Grazie al coinvolgimento dialcune imprese, “Botteghe di Mestiere” proverà a creare un ponte tra il mondo del lavoro e le nuove generazioni. Come? Favorendo il trasferimento di competenze specialistiche; rafforzando l’appeal dei mestieri tradizionali in via di estinzione, cuore dell’eccellenza manifatturiera nostrana; stimolando la nascita di nuova imprenditoria; attivando network locali. Ogni bottega ospiterà quindici giovani, tra i 18 e i 28 anni, inoccupati, che hanno svolto un periodo di formazione post-diploma con i docenti dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Tre cicli in tutto, della durata di un semestre ciascuno, con la possibilità di accedere a delle borse di studio. Hanno accettato di affiancare FOQUS per questo iter di apprendistato: Alcott, azienda del settore abbigliamento; arte’m/prismi, gruppo editoriale; Carpisa, borse e accessori; Mohma Communication, società di consulenza strategica e web.
Tra le attività previste per il 2015 anche un museo-atelier interattivo di scienza e arte, gestito da una cooperativa giovanile; la sede produttiva e di assemblaggiodi un’impresa specializzata in allestimenti con materie di riuso e riciclo; una residenza per studenti, guidata da una società di in-coming napoletana, in collaborazione con Confesercenti Napoli. Mentre nel 2014 sono già stati avviati progetti per asili nido, scuole primarie e d’infanzia, un centro di psicologia per disagi pre-patologici, un centro di fisioterapia, una libreria e un’orchestra musicale dei ragazzi, una mensa-ristorante.
Lavoro, cultura, creatività, educazione, servizi sociali: una città immaginata e disegnata daccapo, riqualificando e facendo rete. Laddove l’intervento delle amministrazioni è debole, se non assente. FOQUS è un progetto interamente privato, promosso e realizzato da Impresa Sociale Dalla Parte Dei Bambini, insieme a tre fondazioni (Aiutare i Bambini, Banco di Napoli per l’Infanzia, Con il Sud) e a una lista di aziende, cittadini, professionisti.
– Helga Marsala
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