Pronto all’opening a Cracovia il nuovo Museo Tadeusz Kantor. Un edificio-ponte in ferro e cemento armato, per uno dei giganti europei del teatro del Novecento
Con un corso navigato soltanto “a tratti”, e un turismo fluviale assai poco sviluppato, affermare che il potenziale della Vistola non sia mai stato sfruttato a dovere è cosa ovvia e banale. La densità abitativa si fa rilevante soltanto a ridosso di alcuni centri urbani. È il caso del lungofiume di Cracovia, abbellito prima dal […]
Con un corso navigato soltanto “a tratti”, e un turismo fluviale assai poco sviluppato, affermare che il potenziale della Vistola non sia mai stato sfruttato a dovere è cosa ovvia e banale. La densità abitativa si fa rilevante soltanto a ridosso di alcuni centri urbani. È il caso del lungofiume di Cracovia, abbellito prima dal Museo Manggha dell’arte e della tecnologia giapponese progettato da Arata Isozaki, e prossimamente, dall’ICE, un centro congressi da 2100 posti realizzato con la consulenza dello stesso architetto nipponico. Intanto, sull’altra sponda il Museo Tadeusz Kantor (1915-1990) promette scintille. L’apertura è prevista sino alle ore 18 del prossimo 12 settembre. L’edificio-ponte, alto tredici metri, progettato dal polacco MoonStudio in ferro e cemento armato, si erge su una vecchia centrale elettrica inglobata nella struttura espositiva. Un museo-archivio da dodici milioni di euro finanziato dall’UE all’85% per salvaguardare in grande stile il patrimonio artistico di uno dei giganti europei del teatro del Novecento. Si tratta di un oggetto architettonico enigmatico, bello come l’incontro fortuito di una passerella e di una cimineria sulla Vistola. Un accostamento inconsueto e affascinante che forse sarebbe piacuto anche allo stesso Kantor per la verve vetero-surrealistica…
– Giuseppe Sedia
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