Settimana della moda di Milano. Stella Jean porta in passerella la pittura naïf di Haïti. Dipinti da indossare, per una delle sfilate d’apertura

“Ci sono ad Haïti due tipi di pittura che non hanno quasi alcun rapporto tra di loro. Da un lato il naïf: nel 1943 si sviluppa – in un Paese che non ha mai avuto pittori ‘pompier’ (ruffiani o di maniera, ndr)  – una pittura non accademica, completamente libera. E poi vorrei  soprattutto insistere sull’altro […]

Ci sono ad Haïti due tipi di pittura che non hanno quasi alcun rapporto tra di loro. Da un lato il naïf: nel 1943 si sviluppa – in un Paese che non ha mai avuto pittori ‘pompier’ (ruffiani o di maniera, ndr)  – una pittura non accademica, completamente libera. E poi vorrei  soprattutto insistere sull’altro volto della pittura haitiana, che è collegato direttamente al Voodoo”. L’aveva studiata a lungo, André Malraux, la produzione pittorica di Haïti. Sull’isola era approdato agli inizi degli anni Settanta, rimanendovi a lungo per conoscere da vicino il fenomeno straordinario dell’arte naïf: fu l’ultimo dei suoi innumerevoli viaggi, poco prima di morire.
Un lavoro, quello di Malraux, conosciuto (e anche citato) da Stella Jean, stilista di origini haitiane, nata a Roma da padre torinese. Italianissima, ma mai staccatasi dalle sue radici. L’elemento pittorico – anche solo nelle forme, nei colori, nella delicatezza, nel gusto eccentrico e genuino – resta centrale nella ricerca della fashion designer, oggi figura di spicco della scena internazionale. L’estro dei naïves haitiani è il leimotiv della collezione spring-summer 2015, presentata in apertura della fashion week milanese. Moda e pittura, in un’armonia festosa, variopinta, ludicamente citazionista.”È un’arte gaia”, disse qualche anno fa Stella, “anche quando esprime un dramma; un’arte che con tratti semplici e colori generosi non ammette intermediari mistificatori”. E questa è, ancora, la cifra della sua filosofia di artista/progettista. Gaiezza, colore, generosità e nessun artificio.

Stella Jean - SS15

Stella Jean – SS15

Tornano così le sue donne eleganti, qualche volta con vezzi bon ton, subito spezzati da azzardati accostamenti casual: c’è persino la t-shirt da football oversize abbinata alle longuette a quadri o alle lunghe gonne-paesaggio. E di paesaggi, scorci esotici, scene di vita quotidiana, tra spiagge e cieli splendenti, ce ne sono a iosa tra i nuovi capi in passerella: abiti come tele dipinte, da indossare in scioltezza, raccontando storie di isole, di isolani e di mitologie gioiose.
Le linee sono quelle solite, strutturate e diversamente classiche, tra gonne a ruota strette alla vita (altissima), camicette tartan, capispalla scolpiti e a svasare, gonne al ginocchio drappeggiate e destrutturate. Il tutto acceso da cromatismi scintillanti e fantasie sovrapposte. E poi c’è una tendenza nuova che libera le forme, spingendo sul tasto della leggerezza: come nelle t-shirt che ritornano, a spezzare il rigore dell’haute couture, nei lunghi abiti al vento – bellissimi – interamente affidati alle stampe wax, o nei comodi camicioni mezza manica. Una belle prova, quella milanese, senza grosse sorprese, ma con la voglia di cercare. Sempre lungo il solco delle proprie latitudini affettive, geografiche, culturali.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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