È morto a 64 anni Tommaso Mattina. Il fotografo dell’arte a Torino, memoria storica per un’intera generazione
È un po’ annebbiato il mondo dell’arte, almeno da queste parti e in questi ultimi anni. C’è crisi, si vedono meno paillettes e tartine, ma non è cambiato molto. Quello che invece è rimasto invariato è l’impegno, la passione, la professionalità che ci mettono dentro tante persone – non personaggi – che lavorano dietro le […]
È un po’ annebbiato il mondo dell’arte, almeno da queste parti e in questi ultimi anni. C’è crisi, si vedono meno paillettes e tartine, ma non è cambiato molto. Quello che invece è rimasto invariato è l’impegno, la passione, la professionalità che ci mettono dentro tante persone – non personaggi – che lavorano dietro le quinte, che fanno allestimenti e montano opere, che scattano fotografie e compilano registri. Ogni città ha i suoi riferimenti. A Torino uno di questi pilastri discreti si chiamava Tommaso Mattina. Usiamo il passato perché Tommy è morto venerdì scorso, a 64 anni (i funerali si terranno domani 28 ottobre, alle 9.20 all’Ospedale Mauriziano e alle 9.55 al Tempio Crematorio del Cimitero Monumentale). Una grande tristezza per aver perso un fotografo bravissimo, ma soprattutto una persona vera, di quelle che poi ti mancano sul serio.
Ci scrive ad esempio Maura Banfo, artista e fotografa: “Con la sua Vespa, la macchina fotografica e un sorriso unico, lo incontravi alle mostre sempre pronto a cogliere l’attimo fuggente. Con gli amici artisti, con il suo grande amico Santo Leonardo, sempre insieme. Con Tommaso avevi la sensazione di essere sempre protetto… anche davanti al suo obiettivo! Un amico con un cuore grande e un fotografo generoso: i suoi consigli sono stati magici. Mi piace ricordarlo nelle serate invernali torinesi, dove prendendomi in giro mi diceva: ‘Il freddo è solo una questione mentale’. Felice di aver fatto un pezzo di vita insieme a lui e insieme di esserci fatti un sacco di risate”. Ricordi minimi, microstorie, questo resta, ed è forse il patrimonio più importante, naturalmente insieme alle sue fotografie. A una conferenza stampa di qualche settimana fa, dopo aver parcheggiato la mia moto accanto alla sua Vespa: “Aspetti qualcuno?“. “L’assessore, è sempre ritardo“. “Beh, aspetto con te”. E c’era un sole caldo, inatteso, che faceva un gran piacere. Ciao Tommy.
– Marco Enrico Giacomelli
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