Il top dell’architettura mondiale, a Milano. Da Dominique Perrault a Patricia Urquiola, ad Arata Isozaki, grandi nomi la nuova vita di Miarch
La proliferazione di festival dedicati al design e all’architettura è ormai un fenomeno consistente e duraturo nel tempo. Impossibile farne un censimento definitivo. Una realtà che deve la sua fortuna alla capacità di creare connessioni e relazioni tra gli addetti ai lavori. Così, dopo anni di Festarch – prima a Cagliari poi a Perugia (che […]
La proliferazione di festival dedicati al design e all’architettura è ormai un fenomeno consistente e duraturo nel tempo. Impossibile farne un censimento definitivo. Una realtà che deve la sua fortuna alla capacità di creare connessioni e relazioni tra gli addetti ai lavori. Così, dopo anni di Festarch – prima a Cagliari poi a Perugia (che contava sul Festival come propulsore per la candidatura a Capitale della cultura europea 2019) – Stefano Boeri ritorna su Milano trasformando il Miarch. Una manifestazione nata l’anno scorso per festeggiare i 150 anni del Politecnico di Milano, che quest’anno assume una formula più conclusa e organizzata. Un tentativo, molto acuto e astuto, di mettere in contatto l’Università italiana, gli Studi internazionali, la realtà degli architetti nostrani e la critica architettonica. Tra i grandi nomi che si alterneranno in diverse conferenze troviamo Gilles Clément, Liz Diller dei Diller&Scofidio, Dominique Perrault, Patricia Urquiola e Arata Isozaki, che chiuderà con una lecture fuori programma il 29 ottobre. Accanto a questi personaggi internazionali diversi saranno gli italiani, moltissimi riconducibili alla realtà milanese. Tra questi Vittorio Gregotti, Italo Rota, Cino Zucchi e Michele De Lucchi. Mentre tra le nuove generazioni di architetti internazionali ci saranno i belgi Architecten De Vylder Vinck Taillieu, i greci Point Supreme e i tedeschi FAR.
Accanto a queste conferenze il programma si frammenterà in molte altre iniziative. Ci saranno le scuole milanesi, come il Politecnico di Milano, la Domus Academy, la NABA, lo IED e la Scuola Politecnica di Design a presentare ricerche e progetti. Uno spazio sarà gestito da riviste di architettura come Domus, Abitare e Casabella. Una sezione sarà dedicata alla fotografia per raccontare il rapporto tra paesaggio urbano e immagine fotografica con il contributo di fotografi che hanno scelto Milano come luogo di lavoro. Tra questi Mario Dondero, Vincenzo Castella e Paolo Rosselli. Un’ampia parte sarà poi dedicata all’insegnamento dell’architettura e della critica con lezioni ad hoc che vedranno il coinvolgimento di Beatriz Colomina, Luca Molinari e Pippo Ciorra tra gli altri e con una lezione di storia critica di Fulvio Irace sull’attualità di Ponti nella cultura italiana e internazionale.
Affianco alle comunicazioni frontali ci saranno poi visite guidata al territorio, alcune organizzate dall’Ordine degli architetti di Milano e altre in scooter con la guida di Stefano Boeri e Cino Zucchi. E una mostra, sempre negli spazi del Trifoglio, dal titolo Vivere alla Ponti, a cura di Francesca Molteni, Muse Factory of projects e Franco Raggi. Infine l’omaggio al maestro che ha ispirato questo Festival fin dalla sua location: questa sarà l’occasione per realizzare una traduzione collettiva che studenti appartenenti a tutti i ceppi linguistici del mondo faranno del celebre testo “Amate l’Architettura” scritto da Gio Ponti nel 1957 che, ancora oggi, continua a ispirare generazioni di architetti.
– Zaira Magliozzi
https://www.eventi.polimi.it/#miarch2014
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