Italiani in trasferta. Angelo Bellobono a New York: viaggio fra le terre degli Indiani Lenni Lenape. Meditazioni pittoriche sul paesaggio e l’inquinamento
Viaggiatore, sciatore, esploratore di montagne, cultore di luoghi incontaminati e narratore per immagini. Uno che l’arte la frequenta facendone canale di contatto col mondo, strumento di lettura geografica, di avventura sociale, di esperienze affettive. Angelo Bellobono usa la pittura, il disegno, l’installazione, così come usa le parole, l’arte del racconto, i suoi sci e la […]
Viaggiatore, sciatore, esploratore di montagne, cultore di luoghi incontaminati e narratore per immagini. Uno che l’arte la frequenta facendone canale di contatto col mondo, strumento di lettura geografica, di avventura sociale, di esperienze affettive. Angelo Bellobono usa la pittura, il disegno, l’installazione, così come usa le parole, l’arte del racconto, i suoi sci e la sua empatia umana. Infaticabile globetrotter, sedotto dalle alture e dalla rigidità di climi freddi, si muove tra gli Usa ed il Marocco, da un paio d’anni, avendo impiantato tra gli altipiani del Nord Africa uno straordinario progetto di taglio relazionale, in forma di piattaforma interdisciplinare condivisa, chiamatoAtla(s)now. Tra residenze di artisti e curatori, mostre, laboratori artistici e sportivi, momenti di creatività con gli adulti e i bambini dei villaggi ai piedi del monte Atlas, musei a cielo aperto, questo lavoro ha orientato il suo rapporto d’amore con una terra aspra e seducente, inaugurando una ricerca estetica, antropologica e geologica che prosegue ancora in altre direzioni.
“Before me and after my time”, mostra newyorchese che raccoglie, negli spazi di E.R. Butler & co., il suo utimo progetto artistico, indaga ancora una volta i concetti di appartenenza e identità, documentando le lente trasformazioni di uomini e territori. Alla base alcuni dati scientifici: gli Appalachi americani, che abbracciano New York, e l’Atlante marocchino, all’origine dei tempi erano parte di una stessa grande catena del supercontinente Pangea. 150 milioni di anni fa, a seguito della frattura delle placche tettoniche, si crearono due gruppi montuosi separati, divisi dall’Oceano Atlantico.
Sul filo di questo straordinario link, e guardando verso l’origine mitica del pianeta terra, l’artista si mette in contatto con i discendenti degli Indiani Lenni Lenape, tra i primi abitanti di New York, già 10.000 anni fa arrivati a “Manna Hatta – l’isola dalle molte colline”, l’attuale Manhattan. Oggi stanziali tra Ringwood e Mahwah, sui Monti Ramapo del New Jersey, questi popoli combattono con la morsa dell’inquinamento che minaccia le loro terre e che li condanna a gravi malattie. Le opere, rappresentazioni pittoriche di paesaggi montani americani, cariche di forza gestuale e di lirismo grafico, contengono tracce di materiali raccolti nell’area in cui vivono i Lenni Lenape, quasi interamente scorie di un vicino impianto della Ford. Immagini affidate a bianchi pastosi, neri densissimi, blu petrolio e bruni seppia, in cui convivono potenza e fragilità, degrado e bellezza, senso de sacro e scandalosa violenza.
– Helga Marsala
Angelo Bellobono, Before me and after my time
fino al 22 novembre 2014
E.R. Butler & co. – 55 Prince st., New York
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