Santiago del Cile: fotogallery da Ch.ACO, con le immagini in anteprima da una delle fiere d’arte contemporanea più importanti del Sud America
Ufficialmente apre i battenti solo tra qualche ora – nella serata di giovedì 2 ottobre –, ma se non vi facciamo vedere tutto e subito cosa ci siamo venuti a fare? Ecco le prime immagini da Ch.ACO, fiera d’arte contemporanea che occupa l’ex-stazione Mapocho di Santiago del Cile, fascinoso pastiche architettonico tra il liberty e […]
Ufficialmente apre i battenti solo tra qualche ora – nella serata di giovedì 2 ottobre –, ma se non vi facciamo vedere tutto e subito cosa ci siamo venuti a fare? Ecco le prime immagini da Ch.ACO, fiera d’arte contemporanea che occupa l’ex-stazione Mapocho di Santiago del Cile, fascinoso pastiche architettonico tra il liberty e il tardo coloniale a un passo dal ventre molle della capitale, dai barrios più popolari del vecchio centro storico.
Subito qualche highlight di questa sesta edizione, con una trentina di gallerie nella sezione principale – per lo più cilene, argentine e brasiliane: dall’Europa qualche operatore spagnolo e un inglese, dagli Stati Uniti la Y Gallery – a intercettare un’audience che viaggia ormai ogni anno attorno alle 45mila presenze.
Al top il paulista Eduardo Brandão, che nello stand della sua Galerìa Vermelho porta insieme a Marcelo Cidade un brillantissimo lavoro di Nicolás Robbio: sembrano enigmatici frammenti da Arte Povera rivisitata i suoi sottili fili di metallo, ma rivelano in realtà i confini che separano le diverse nazioni del Sud America. In una poetica astrazione di mai sopite rivendicazioni territoriali. Arte politica e arte sociale anche per la Metales Pesados Visuales, che nasce come casa editrice specializzata in arte e arriva in un secondo momento all’attività di galleria: nei dipinti di Mariana Najmanovich irrompono dal passato i fantasmi dei totalitarismi, rielaborazione bituminosa di ferite mai rimarginate.
Restando nel campo della pittura pollice su per Christiane Pooley alla Galéria Patricia Ready e soprattutto per Pablo Montealegre alla Yael Rosenblut Gallery; applausi per i ragazzi della Local Gallery: il loro stand è trasformato in spiaggia, con orinatoio alla Duchamp in sabbia. Niente opere, per quelle si va in galleria…
– Francesco Sala
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