Sky Arte update: ad Olbia il Festival di Fotografia Popolare. Diciotto mostre per raccontare come è cambiato il nostro rapporto con l’immagine
Bastano uno smartphone o un tablet, senza nemmeno più bisogno di chissà quali attrezzature e competenze, per essere nel bene e nel male produttori di immagini. Ed è sufficiente uscire di casa al mattino per esserne inconsapevoli fruitori: bombardati dalle civette delle edicole, dai manifesti pubblicitari, da cartelloni e post di amici e conoscenti su […]
Bastano uno smartphone o un tablet, senza nemmeno più bisogno di chissà quali attrezzature e competenze, per essere nel bene e nel male produttori di immagini. Ed è sufficiente uscire di casa al mattino per esserne inconsapevoli fruitori: bombardati dalle civette delle edicole, dai manifesti pubblicitari, da cartelloni e post di amici e conoscenti su Facebook, Twitter e ovviamente Instagram. Il proliferare delle nuove tecnologie ha radicalizzato il nostro vivere in una società che crea e si nutre di immagini, portando a un processo di democratizzazione che merita analisi e approfondimenti. Come quelli suggeriti dalla terza edizione del Festival di Fotografia Popolare, rassegna che dal 9 al 12 ottobre ha portato ad Olbia circa venti diversi progetti, esposti in nove location sparse per la città. Un evento che gioca sui molteplici significati del concetto stesso di “popolare”: termine assunto a chiave di lettura privilegiata per considerare lo scatto come canale narrativo e comunicativo più schietto e immediato. Codice linguistico trasversale e orizzontale.
Si passa così senza soluzione di continuità dal fotogiornalismo tradizionale (con Antonio Satta a documentare l’alluvione che ha devastato Olbia nel 2013 e Adnan Farzat a portarci nella Siria pre Primavera Araba) a progetti di natura più sperimentale: su tutti ecco Red Carpets, collezione di immagini rapite da Instagram per raccontare come i social media hanno cambiato il rapporto tra le star e i propri fan, nella cornice dei principali festival cinematografici del mondo.
Il genius loci viene omaggiato da Andrea Bianchi, testimone delle spettacolari evoluzioni dei surfisti che dominano le onde di Capo Mannu; da Domenico Ruiu, autore di un report mozzafiato sulla vita dei rapaci che popolano l’area protetta dell’isola di Tavolara; e dalla giovane Laura Marchiori, che scava nel profondo della sua terra per raccontare grazie alla forza dell’immagine la tradizione mineraria dell’iglesiente. Per chiudere con la personale di Ivan Pedretti, vincitore dell’ultimo Sony World Photography Award nella sezione Panorama proprio grazie ad uno scatto colto in Sardegna.
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