Festival Cantieri del Contemporaneo, finissage palermitano con musica e video, alla Zisa. E il direttore artistico Giuseppe Marsala saluta e se ne va
La cittadella dei Cantieri Culturali alla Zisa resta, ad oggi, nella morsa di un ennesimo, illogico impasse. Uno dei tanti, a Palermo. Ne abbiamo parlato di recente, con un’inchiesta che metteva insieme interviste, analisi e memorie, intorno a questo immenso complesso comunale, destinato all’arte e la cultura, che da anni prova a decollare, invano. Dopo […]
La cittadella dei Cantieri Culturali alla Zisa resta, ad oggi, nella morsa di un ennesimo, illogico impasse. Uno dei tanti, a Palermo. Ne abbiamo parlato di recente, con un’inchiesta che metteva insieme interviste, analisi e memorie, intorno a questo immenso complesso comunale, destinato all’arte e la cultura, che da anni prova a decollare, invano.
Dopo l’ultima falsa partenza del 2013, con l’apertura dei nuovi padiglioni di Zac (Zisa Arti Contemporanee) e del Cinema De Seta, ci si ritrova con una macchina istituzionale ancora zoppa, un progetto economico e gestionale inesistente, un direttore artistico – l’architetto Giuseppe Marsala – dimissionario, un ex comitato scientifico deluso, decine di artisti disorientati se non fusiosi, e un nuovo assessore – Andrea Cusumano – che prova a venirne a capo.
Nel frattempo, Marsala ha portato a termine il suo “Festival Cantieri del Contemporaneo”, ampia rassegna di concerti, incontri, spettacoli, dedicata al tema della crisi, avviata lo scorso 1 giugno e adesso giunta al traguardo: tra il 14 e il 16 novembre un finissage chiuderà ufficialmente questa fase, nell’attesa di nuovi sviluppi. “Il Festival chiude i battenti con un bilancio più che positivo“, ha dichiarato Marsala, “Intelligenze, linguaggi a confronto che hanno scommesso sul fatto che -proprio in tempo di crisi- sono le arti e la cultura le armi con cui comprendere e trasformare il nostro tempo. Una scommessa vinta dalla città e dai Cantieri Culturali alla Zisa”.
Eppure, non è bbastanza. Perchè a di là della singola iniziativa, il tema resta generale, strutturale, politico ed economico. Un tema non più rimandabile. Che è poi uno dei motivi per cui l’architetto ha deciso di chiudere la sua esperienza alla guida dei Cantieri, come spiegatoci in una recente testimonianza. Un segnale di discontinuità, invitando a un’accelerazione dei processi parzialmente in campo.
Adesso, però, è il momento della festa e della riflessioni. Tre giorni di commiato, di bilanci e di domande, più vecchie che nuove. Tre giorni di appuntamenti, a rotazione continua. A cominciare da “Poetical Politics”, rassegna a cura di Paolo Falcone, sostenuta dalla Fondazione Sambuca: i video di quindici artisti italiani ed internazionali vengono accostati non sulla base di una specifica identità politica, ma in quanto capaci di suggerire “spunti per costruire nuove basi per la ricerca e per il pensiero contemporaneo”. Cinque i padiglioni coinvolti, per ospitare le immagini in movimento di Ai Weiwei, Alis/Filliol, Allora & Calzadilla, Guy Ben-Ner, Rossella Biscotti, Regina Josè Galindo, Hiwa K, William Kentridge, Marzia Migliora, Walid Raad, Shobha, Georgina Starr, Stefanos Tsivopulos, Luca Vitone, Apichatpong Weerasethakul.
Sabato 15 alle 21.30 è attesa la proiezione dell’ultimo straordinario film di Franco Maresco, “Belluscone”, rivelazione del 71° Festiva del Cinema di Venezia, seguito, il giorno dopo, dalla presentazione di alcuni frammenti di girato non inseriti nel montaggio finale.
Infine, sempre domenica 16, una serata/spettacolo condotta da Giuseppe Marsala, con cui ripercorrere attraverso immagini, suoni e parole, questi cinque mesi di festival: in scaletta la musica dal vivo di R.A.M (Rita Colllura, Alejandra Bertolino Garcia, Marvi La Spina) e SUN (Diego Spitaleri, Dario Sulis, Sandro Palacino), con la voce narrante di Sandro Dieli e le foto di Rosellina Garbo.
Anche il pubblico potrà partecipare attivamente, lasciando dei messaggi: “un auspicio, un desiderio, una testimonianza e una speranza per il futuro prossimo della cultura e della città”. E se sarà il silenzio oppure una pioggia di parole, il senso cambierà ben poco: due volti della stessa rabbia, della stessa disillusione. Dello stesso desiderio sospeso. Da rinvigorire, ancora.
– Helga Marsala
www.cantiericulturaliallazisa.it
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