Fiac annulla l’edizione di Los Angeles del 2015. “Serve più tempo per organizzare la fiera al meglio”. Ma molti pensano che la vera ragione siano le scarse adesioni
Non tutte le Fiac riescono col buco. Se scomodiamo l’adagio popolare, in verità abbastanza logoro, è solo per sottolineare che anche alla fiera parigina, per convinzione pressoché unanime la rassegna più in forma al momento assieme all’immarcescibile Art Basel, capita di subire defaillance. Come quella, scottante, di dover annullare la tanto strombazzata edizione losangelena (chi dimentica i mega […]
Non tutte le Fiac riescono col buco. Se scomodiamo l’adagio popolare, in verità abbastanza logoro, è solo per sottolineare che anche alla fiera parigina, per convinzione pressoché unanime la rassegna più in forma al momento assieme all’immarcescibile Art Basel, capita di subire defaillance. Come quella, scottante, di dover annullare la tanto strombazzata edizione losangelena (chi dimentica i mega cartelloni affissi non più tardi di due settimane fa durante l’edizione parigina al Grand Palais, che già preannunciavano le date della tappa californiana?), in programma per la fine di marzo 2015.
Questo il contenuto del comunicato ufficiale rilasciato da organizzatori del colosso Reed Expositions: se ne riparlerà, almeno così si assicura, nel 2016. Ma qualcuno sospetta che si tratti di un addio definitivo. Cos’è successo? Alcuni osservatori assicurano che le reali motivazioni sono nelle scarse adesioni alla fiera – si vede che la crisi globale morde anche oltreoceano, e le continue bufere nelle quali si trova invischiato Obama non aiutano -, e anche nelle inadeguate risorse umane e organizzative messe in campo da Fiac, forse distratta dal grande successo dell’edizione casalinga appena conclusa (al netto del mezzo flop della nuova collaterale Officielle).
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