Verso l’art week di Miami. Che succede a Collins Park? Da Ryan Gender a Ernesto Neto, ecco i nomi per il Public Program di Art Basel Miami Beach
Diversi anni fa, a una cena in una villa di Miami, durante l’Art Basel week – quella della fiera d’arte più estroversa e controversa del globo – un gruppo di collezionisti discuteva intorno a un’installazione dell’artista costaricana Lucia Madriz: una scritta composta di riso e fagioli secchi che recitava: “Money talks”. I soldi parlano. Vero: […]
Diversi anni fa, a una cena in una villa di Miami, durante l’Art Basel week – quella della fiera d’arte più estroversa e controversa del globo – un gruppo di collezionisti discuteva intorno a un’installazione dell’artista costaricana Lucia Madriz: una scritta composta di riso e fagioli secchi che recitava: “Money talks”. I soldi parlano. Vero: nei giorni di Art Basel Miami Beach, sulle onde d’adrenalina di opening e vendite, feste e performances, il denaro parla e, talvolta, grida. E l’arte ammicca, gioca, capita pure che strilli. Soprattutto, flirta con gli occhi degli spettatori (e i portafogli dei collezionisti) come in pochi altri luoghi.
Una delle locations di Miami Beach dove l’arte più diverte – e si diverte – è il Collins Park, che viene puntualmente trasformato, nel giorno dell’inaugurazione della fiera, dalle installazioni e sculture selezionate per il Public Program di Basel. Che riescono a fermare la folla di passaggio, mentre i ragazzini giocano tra gli spruzzi delle fontane. Quest’anno, dal 3 dicembre, le opere prenderanno ancora più spazio. Dalla facciata del Bass Museum, ritoccata da un intervento di Ugo Rondinone, fino alla spiaggia dove Gunilla Klingberg disegnerà le sue geometrie sulla sabbia ogni mattina. Poi cancellate dal passaggio ininterrotto, come in un mandala tibetano. I lavori scelti dall’australiano Nicholas Baume, al suo secondo anno come curatore del settore pubblico di Art Basel, mettono a fuoco l’esperimento sul campo. La seduzione e la sfida con gli occhi dello spettatore deambulante sullo struscio più denso di Miami Beach.
Alcuni sono site-specific come i lavori di Sam Moyer, Ryan Gender e Jessica Stockholder. Alfredo Jaar gioca sul rapporto tra finanza e scultura nella rotonda del parco. Non lontano da un bronzo di George Baselitz, troveranno posto il materiale di scarto e gli objets trouvés, raccolti da Nancy Rubins e Nuria Foster. Ci sarà un’amaca per due di Ernesto Neto e la statua equestre di bronzo dorato del ragazzino sul cavallo a dondolo di Elmgreen & Dragset. L’impressione, come negli anni passati, nel passaggio attraverso Collins Park, è che se l’arte si diverte, i soldi, una volta tanto, abbassino la voce.
– Fabio Sindici
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