Piano Straordinario per il Made in Italy. Dal Governo milioni di euro per l’export. Tra il food e la moda, si punta alla crescita

È ancora forte l’eco delle polemiche esplose prima di Natale, mentre sul mondo della moda piombava una tegola pesantissima: il Comune di Roma annunciava, a sorpresa, la sua uscita dalla società che ha in carico AltaRoma, l’ormai storica fashion week capitolina. L’improvvisa defezione – pari a circa 3 milioni di euro – ha così costretto […]

È ancora forte l’eco delle polemiche esplose prima di Natale, mentre sul mondo della moda piombava una tegola pesantissima: il Comune di Roma annunciava, a sorpresa, la sua uscita dalla società che ha in carico AltaRoma, l’ormai storica fashion week capitolina. L’improvvisa defezione – pari a circa 3 milioni di euro – ha così costretto la macchina a bloccarsi, sospendendo temporaneamente l’appuntamento con le sfilate invernali, attese per gennaio 2015. Con tanto di bufera mediatica, rimpallo di responsabilità, analisi, incontri istituzionali e tentativi (ancora in corso, proprio in queste ore) di rattoppare il buco.
Tutto male, dunque? Non esattamente. Perché un segnale importante, nei confronti del mondo del fashion e in genere delle imprese manifatturiere, giunge anche dal Governo, con la nuova Legge di Stabilità. Che stanzia una cospicua somma a favore della promozione del Made in Italy all’estero. Una cifra importante, la più alta che sia mai stata messa a disposizione per la causa, come non ha mancato di sottolineare Carlo Calenda, vice ministro dello Sviluppo Economico.  Si tratta dunque di una copertura – trovata sul filo di lana – che dà seguito a quel Piano Straordinario per il Made In Italy contenuto nell’articolo 30 dello “Sblocca Italia” (DL 133/2014, convertito dalla legge n. 164/2014). In tutto 130 milioni per il 2015, 50 per il 2016 e 40 per il 2017, consegnati all’ICE, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.

made in italy
Settori e ambiti di intervento? Agroalimentare, manifattura, tessile, moda, elettronica, design e tutto ciò che riguarda  il prodotto italiano di qualità: dal supporto alle più rilevanti manifestazioni fieristiche italiane di livello internazionale, alla valorizzazione e tutela delle produzioni di eccellenza, di marchi e imprese certificati; e poi il sostegno per la penetrazione dei prodotti italiani nei diversi mercati (inclusi quelli delle economie emergenti), anche attraverso appositi accordi con le reti di distribuzione; la realizzazione di un segno distintivo unico, per le iniziative di promozione all’estero ed Expo 2015, da assegnare ai prodotti del patrimonio enogastronomico italiano; la realizzazione di campagne di promozione strategica nei mercati più rilevanti; azioni di contrasto al fenomeno della contraffazione e dell’Italian sounding.
Nello specifico, per il settore del fashion, il Ministero dello Sviluppo Economico – stando a quanto riportato dal Corriere della Sera – avrebbe già messo a punto un progetto, con tanto di percorsi e soggetti a cui destinare gli interventi, a cominciare proprio da un primo pacchetto di 15 milioni per la filiera tessile italiana. A beneficiarne sarà, per cominciare, “Milano Unica”, fiera dei tessuti di alta qualità italiana, che ha anche un’edizione a Pechino e una Shanghai e che conta di inaugurare un nuovo satellite in USA, proprio grazie a questi fondi speciali. Si prova insomma a replicare il “Modello Pitti”, che ha già visto il governo impegnarsi per 2 milioni di euro per l’edizione 2015 (tra azioni di comunicazione, piano di ospitalità per buyer in incoming ed eventi speciali), al fine di rafforzarne il primato a livello europeo.

Matteo Renzi

Matteo Renzi

Diverse, inoltre, le operazioni prospettate per il territorio statunitense, inclusa una grande mostra antologica sulla moda e il tessuto italiano.
E AltaRoma? Nessun finanziamento specifico, al momento. Per la fiera romana serve “un grande piano complessivo o è inutile tentare”, ha spiegato ancora il vice ministro al Corriere, aggiungendo che una mano sarà data, però, a uno dei segmenti più strategici della kermesse, fondamentale per l’aspetto della ricerca e dell’innovazione: parliamo di “Who is on next”, il concorso per giovani talenti del fashion design italiano, realizzato in collaborazione con Vogue Italia. Un tassello irrinunciabile, a cui il Ministero avrebbe deciso di assicurare il suo sostegno.
Segnali importanti, insomma, a pochi mesi dal lancio di Expo e in una fase di difficoltà sostanziale per le PMI italiane, scommettendo su un dato che continua, nonostante tutto, a rassicurare: i prodotti italiani (alcuni senza nemmeno avvertire il peso della crisi, come nel caso del settore vinicolo) continuano a godere di un forte prestigio internazionale. Quello che serve è investire, dalla produzione alla comunicazione, affinché la presenza sui mercati stranieri si faccia costante, sostenibile, vantaggiosa e sempre più attrattiva. Una delle carte migliori che il Paese può e deve giocarsi, senza concedersi rallentamenti o defaillance. Il Piano Straordinario per il Made in Italy, con relativa copertura, è già una vittoria. Il prossimo triennio sarà di lavoro e di bilanci: si punta a quel +1% di PIL da raggiungere con l’export, preventivato da Matteo Renzi lo scorso luglio. Le misure contenute nella Legge di Stabilità tengono salde visione e direzione.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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