Spike Lee a Palazzo Barberini. Padre jazzista, sorella attrice, moglie produttrice: vi raccontiamo com’è andata a Roma per il primo incontro de Il Gioco Serio Dell’Arte
Nona edizione de Il Gioco Serio Dell’Arte ideato e condotto da Massimiliano Finazzer Flory e promosso da Il Gioco del Lotto. Sotto la volta del Trionfo della Divina Provvidenza di Pietro da Cortona a Palazzo Barberini, il primo ospite della stagione dedicata alle biografie è stato Mr. Spike Lee. Il regista afroamericano più famoso del […]
Nona edizione de Il Gioco Serio Dell’Arte ideato e condotto da Massimiliano Finazzer Flory e promosso da Il Gioco del Lotto. Sotto la volta del Trionfo della Divina Provvidenza di Pietro da Cortona a Palazzo Barberini, il primo ospite della stagione dedicata alle biografie è stato Mr. Spike Lee. Il regista afroamericano più famoso del mondo, ma anche quello con le vicissitudini produttive più altalenanti, si è presentato col cappello della sua casa di produzione la 40 Acres and a Mule, nome che cita la promessa di risarcimento mai mantenuta dagli Stati Uniti agli schiavi neri.
E il tema delle sfide per i diritti civili è stato la colonna portante dell’incontro, a partire dall’analisi di una sequenza del suo famoso biopic dedicato a Malcom X. “Ancora oggi, nonostante Obama, ci sono grandi ingiustizie e disparità legate al colore della pelle”, racconta Spike, mentre scorrono immagini in montaggio alternato tra Fa’ la cosa giusta e fatti di cronaca recenti. Spike è spiritoso e informale, ammorbidisce la pomposità del luogo e smorza la tensione con qualche battuta. Un personaggio che non teme di svelarsi nei suoi aspetti meno noti al grande pubblico: la sua vita da insegnate all’Università di New York, il difficile compito educativo di un genitore, il rapporto con la tecnologia. Poi storie americane: una nonna disposta a finanziare un progetto cinematografico, un padre jazzista che diventa compositore di colonne sonore, un fratello direttore della fotografia, una sorella attrice, una moglie produttrice. Il resto è storia. Tra successi e flop, mai sotto schiaffo del soldo, Spike dice che lui vuole prima di tutto raccontare storie. E’ concreto, lucido, ma pieno di ideali: “il mondo cambia e noi dobbiamo adattarci se vogliamo sopravvivere” dice, e la sua umanità vibrante, diretta, sincera afferra al lazo l’intero uditorio.
– Federica Polidoro
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