Teatro italiano e internazionale, ecco la nostra Top 10 per il 2014. Da Romeo Castellucci a Bologna a Gioachino Rossini a Pesaro, un po’ per gioco (e un po’ no)
10 – Time has fallen asleep in the afternoon sunshine, a cura di Mette Edvardsen, arrivato a Bologna nell’ambito di Live Arts Week. In questo progetto performativo, esplicitamente ispirato a Fahrenheit 451, un gruppo di persone ha imparato a memoria un testo a sua scelta, formando un catalogo di libri viventi “consultabile” nella più grande biblioteca della città. Commovente. […]
10 – Time has fallen asleep in the afternoon sunshine, a cura di Mette Edvardsen, arrivato a Bologna nell’ambito di Live Arts Week. In questo progetto performativo, esplicitamente ispirato a Fahrenheit 451, un gruppo di persone ha imparato a memoria un testo a sua scelta, formando un catalogo di libri viventi “consultabile” nella più grande biblioteca della città. Commovente.
9 – Rusalka di Antonín Dvořák, che ha aperto la stagione del Teatro dell’Opera di Roma. Direzione musicale di Eivind Gullberg Jensen, regia, scene e costumi di Dennis Krief. Uno spettacolo a basso costo (cinquantamila euro per scene, costumi, luci e proiezioni), di grande impatto scenico e musicale. Edificante.
8 – Il compimento del triennio di direzione artistica di Heiner Goebbels della tedesca Ruhrtriennale, il Festival Internazionale delle Arti che in poco più di dieci anni ha guadagnato una posizione di grandissimo rilievo tra le rassegne europee. Anche grazie a Goebbels, negli ultimi tre. Lungimirante.
7 – Lo sgombero dell’Angelo Mai e l’uscita dal Teatro Valle degli occupanti. Qualunque opinione si abbia in merito, è certamente innegabile la rilevanza delle questioni poste da queste due esperienze romane di autogestione. Rivoluzionario.
6 – Der Rosenkavalier (Il cavaliere della rosa), opera lirica in tre atti con musica di Richard Strauss e libretto di Hugo von Hofmannsthal. Lo spettacolo presentato al Festival di Salisburgo (direzione musicale di Franz Welser-Möst e regia di Harry Kupfer) ha spostato l’azione dal Settecento al 1911, rendendo l’opera attualissima. Intelligente.
5 – Il discusso You are my destiny (Lo stupro di Lucrezia) di Angélica Liddell, presentato in prima nazionale a Modena (a Vie Festival) e nei giorni scorsi ospitato anche al Festival d’Automne à Paris. Sfrenato.
4 – Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini proposto al Rossini Opera Festival di Pesaro (direzione musicale di Giacomo Sacripanti). Un altro spettacolo a basso costo e di eccellente qualità musicale e teatrale. Gioioso.
3 – L’Alcesti di Euripide diretto da Massimiliano Civica, con Daria Deflorian, Monica Piseddu e Monica Demuru. Pensato e realizzato esclusivamente a Firenze, nel Semiottagono dell’ex carcere delle Murate (una colonna di ballatoi sui quali si affacciavano le celle), è andato in scena per soli venti spettatori ogni sera. Irripetibile.
2 – L’Encyclopédie de la Parole, utopico progetto ideato da Joris Lacoste al Laboratoires d’Aubervilliers nel 2007, una cui filiazione, Suite chorale N° 1 “ABC”, è arrivata nei mesi scorsi in Italia, ospite di un paio di importanti festival. Eseguita in undici lingue da ventidue artisti (undici attori e undici ospiti locali), la Suite mostra alcune manifestazioni dell’universo umano evocandole unicamente attraverso le voci. Illuminante.
1 – e la volpe disse al corvo. Corso di linguistica generale. Il Teatro di Romeo Castellucci nella città di Bologna, che è valso alla curatrice Piersandra Di Matteo il Premio Ubu per il teatro 2014. Si è trattato di una complessa operazione culturale che ha ibridato diversi luoghi e istituzioni della città con l’intento, spiegava Romeo Castellucci, di “riflettere sul carattere teatrale della Lingua, intesa come lo strumento dei conflitti umani e divini”. Adamantino.
– Michele Pascarella
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