Testo critico standard, buono per ogni tipo di artista, vendesi a 50 euro: Flavio Arensi, Ivan Quaroni e Alberto Zanchetta provocano a Circoloquadro
Il critico d’arte, quello vero, è andato; il curatore, quello vero, mica si sente troppo bene; quanto agli artisti, quelli veri, beh: l’erba grama è dura a morire, quindi ancora boccheggiano. Ma quanto dureranno è difficile a dirsi. Per chi bazzica il mondo dell’arte con un minimo di sana e ingenua passione, per chi insomma […]
Il critico d’arte, quello vero, è andato; il curatore, quello vero, mica si sente troppo bene; quanto agli artisti, quelli veri, beh: l’erba grama è dura a morire, quindi ancora boccheggiano. Ma quanto dureranno è difficile a dirsi. Per chi bazzica il mondo dell’arte con un minimo di sana e ingenua passione, per chi insomma combatte e si destreggia provando a scansare mostre insulse, progetti fumosi, galleristi biscazzieri e cialtronate varie il rischio depressione è altissimo: meglio allora riderci sopra, prenderla con filosofia. Come fanno Flavio Arensi, Ivan Quaroni e Alberto Zanchetta, che confezionano per Circoloquadro il primo multiplo critico: alla modica cifra di cinquanta euro ci si porta a casa non uno, ma ben tre testi dell’Arensi da attribuire al proprio lavoro, arricchendo insipidi curricula del contributo di una firma che sprizza autorevolezza da tutti i pori. Nell’era del copia-incolla selvaggio, del citazionismo a uffa, del regno incontrastato di Wikipedia vale tutto e il contrario di tutto: e allora perché fingersi duri e puri, perché non additare finalmente le pudenda del re con una risata liberatoria? Frequentate il figurativo? Ecco un testo che incensa la profondità del vostro lavoro manco foste Rubens; siete invece tra quelli che lo stesso Arensi definisce “inutili concettuali”? C’è pane anche per i vostri denti minimal! È tutta farina del sacco del buon Flavio? Ovviamente no, altrimenti che gusto ci sarebbe! E così scatta l’operazione meta-critica, meta-narrativa, il gioco nel gioco: chissà chi indovina quale frase buttata dentro i suoi testi viene da questo o quel critico più o meno famoso, più o meno incensato, più o meno emergente. Si è riso alla presentazione del progetto, nato per sostenere le attività di Circoloquadro; ma grattando la superficie, in fondo, da ridere c’è poco. Ed è per questo che l’operazione, corredata da un rebus artistico di Quaroni e una grafica di Zanchetta, funziona nell’indicare quanto poco c’è di vero, profondo, sensato nel piccolo circo dell’arte.
– Francesco Sala
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