Tre nuove tele di de Chirico alla Gnam. La Fondazione Alberto Sordi le presta al museo, compiendo le volontà dell’attore e della sorella Amalia

Uno dei più grandi attori italiani di tutti i tempi, un istrione, un genio del set, la maschera più esatta, esilarante, ironica, tenera, affilata e beffarda dell’italiano medio. Ma anche un uomo colto, con una grande passione per l’arte. Alberto Sordi, ineguagliabile e indimenticato, negli anni Sessanta rimase folgorato da tre tele di Giorgio de […]

Uno dei più grandi attori italiani di tutti i tempi, un istrione, un genio del set, la maschera più esatta, esilarante, ironica, tenera, affilata e beffarda dell’italiano medio. Ma anche un uomo colto, con una grande passione per l’arte. Alberto Sordi, ineguagliabile e indimenticato, negli anni Sessanta rimase folgorato da tre tele di Giorgio de Chirico: Il Trovatore ed Ettore e Andromaca, due bellissimi esempi di pittura metafisica, con i consueti riferimenti al mondo classico e il topos del manichino, entrambe datate 1931, ma in realtà realizzate negli anni ’50: noto era il vezzo dell’artista di produrre e retrodatare dei falsi di se stesso, con conseguenze non indifferenti per il mercato e l’archiviazione della sua opera. Il terzo è Cavalieri nel paesaggio, risalente alla metà degli anni ’50, uno dei “paesaggi romantici” dechirichiani, ispirati alla letteratura cavalleresca del XVI secolo. Sordi, stregato dal tocco intellettuale del maestro, andò di persona a trovarlo e acquisto i tre dipinti.

Alberto Sordi

Alberto Sordi

Questo piccolo e pregevole nucleo, che per decenni ha adornato le pareti di Villa Sordi, adesso può essere ammirato da chiunque, grazie al generoso prestito che la Fondazione Sordi ha destinato alla Galleria d’Arte Modena di Roma.
Le tele, da questo Natale, arricchiscono la sala dedicata al padre della Metafisica; a inaugurarle è stato il Ministro Dario Franceschini, che ha anche raccontato un aneddoto: “Si dice che l’artista si innamorò di questo curioso soggetto artistico quando un negozio d’abbigliamento, tale ‘Martinetti’, lasciò in strada dei manichini durante la sistemazione delle vetrine“. Aggiungendo, tra ringraziamenti e ricordi commossi, un personale auspicio: “Sarebbe bello che anche in Italia, come nel resto del mondo, diventasse prassi comune la possibilità di attingere da donazioni e collezioni private per esporre capolavori ‘nascosti’ come questi donati dalla famiglia Sordi“.
Dietro l’operazione un desiderio preciso dello stesso Albertone e di sua sorella Amalia – unica erede delle fortune accumulate dell’attore – deceduta lo scorso 12 ottobre all’età di 97 anni: la storica villa di piazzale Numa Pompilio, a due passi dalle Terme di Caracalla, con tutto il patrimonio custodito al suo interno, doveva diventare un bene fruibile per l’intera cittadinanza. Un progetto che, adesso, la Fondazione Sordi inizia a concretizzare. Partendo proprio con questa donazione alla Gnam.
E a tale proposito, proprio Franceschini, all’indomani della scomparsa di Amelia Sordi, aveva affidato ad un tweet la sua idea:”Aspettiamo le volontà testamentarie e parleremo con la Fondazione ma la casa di Alberto Sordi dovrebbe diventare uno straordinario museo“. A due mesi di distanza, la conferma: l’obiettivo da perseguire, accanto alla Fondazione, è proprio quello della casa-museo, da inaugurare quanto prima. Restituendo le testimonianze di una straordinaria biografia alla città e al mondo intero.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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