Crisi? Ci sono musei che varano ampliamenti per 450 milioni di dollari. Come il Museum of Fine Arts Houston, che arruola Steven Holl

Pensare in grande? Oltre oceano sembra (ancora) possibile. È pari infatti a 450 milioni di dollari, in gran parte frutto di donazioni, la cifra stanziata per il triplice ampliamento del Museum of Fine Arts Houston, già da tempo la maggiore tra le istituzioni culturali del sud-ovest degli Stati Uniti. Due gli interventi di Steven Holl […]

Pensare in grande? Oltre oceano sembra (ancora) possibile. È pari infatti a 450 milioni di dollari, in gran parte frutto di donazioni, la cifra stanziata per il triplice ampliamento del Museum of Fine Arts Houston, già da tempo la maggiore tra le istituzioni culturali del sud-ovest degli Stati Uniti. Due gli interventi di Steven Holl che a riguardo già dichiarato: “probably the most important project I’ll ever do”. Portano infatti le firme dello studio texano Lake|Flato Architects e del newyorkese Steven Holl Architects i tre interventi compresi nel cosiddetto piano “Campus Fayez S. Sarofim”, con cui, tra il 2017 e il 2019, il MFAH si accrescerà di volumi e funzioni.
Fondato nel 1900 e dotato di collezioni eterogenee grazie alle quali riesce a coprire la storia dell’umanità quasi per intero, e sede del ICAA-Centro Internazionale per le Arti delle Americhe, principale istituto di ricerca sull’arte latino americana, il museo si è valorizzato, nel corso dei decenni, grazie ai progetti di alcuni dei maestri dell’architettura internazionale: ad esempio il Cullinan Hall (1958) e il Brown Pavilion (1974) sono entrambi opera di Mies van der Rohe, il più recente Audrey Jones Beck Building (2000) si deve a Rafael Moneo. Eppure il programma più ambizioso sembra essere quello appena annunciato, articolato nella realizzazione di tre nuovi edifici. Holl e il suo team si stanno occupando del Nancy and Rich Kinder Building, destinato a raccogliere le opere relative ai secoli XX e XXI, un teatro e spazi per programmi educativi: sarà contraddistinto da un “soffitto scolpito con la luce naturale” e da una facciata con una “pelle intelligente”, per isolare gli interni dal rovente caldo texano. Ampia è del resto l’esperienza specifica di Steven Holl nell’architettura museale: al suo studio si devono – fra gli altri – l’ampliamento del Nelson-Atkins Museum of Art di Kansas City, il Kiasma Museum of Contemporary Arts di Helsinki, il Bellevue Arts Museum di Bellevue.
Ci sarà poi la Glassell School of Art, che andrà a sostituire la scuola preesistente, ultimata trentacinque anni fa. Il Sarah Campbell Blaffer Foundation Center for Conservation, affidato invece allo studio con base a San Antonio, sarà la sede nella quale, per la prima volta nella storia del MFAH, opereranno tutti i restauratori e gli storici dell’arte in forza al museo, e andrà a rivitalizzare un’area fin’ora meno utilizzata del complesso.

Valentina Silvestrini

http://www.mfah.org/

 

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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