Il mio teatro, “pane e lavoro”. A Scandicci prende il via ars@labor, stagione 2015 del Teatro Studio: debutto con Teatrino Giullare in un testo del Premio Nobel Elfriede Jelinek
Due bambole a grandezza umana. Un paesaggio abitato da grotteschi personaggi chiusi in scatole di cartone. Le amanti, opera delicata e feroce di Teatrino Giullare tratta dal grande romanzo di Elfriede Jelinek (per la prima volta in versione teatrale) inaugura il 13 gennaio la stagione 2015 del Teatro Studio di Scandicci, il cui titolo, ars@labor, […]
Due bambole a grandezza umana. Un paesaggio abitato da grotteschi personaggi chiusi in scatole di cartone. Le amanti, opera delicata e feroce di Teatrino Giullare tratta dal grande romanzo di Elfriede Jelinek (per la prima volta in versione teatrale) inaugura il 13 gennaio la stagione 2015 del Teatro Studio di Scandicci, il cui titolo, ars@labor, è stato scelto da Giancarlo Cauteruccio parafrasando il celebre slogan “pane e lavoro”: “come a dire in che misura, per noi, l’arte rappresenti il pane, ancor più nell’anno di un’Expo all’insegna del cibo”. Nelle settimane a seguire, lo stesso Cauteruccio è autore, regista e interprete di Napolisciosciammocca, primo atto – presentato in prima nazionale – di una sua trilogia sulle città di mare (dopo Napoli, altri spettacoli saranno dedicati a Genova e Trieste): i loro luoghi, paesaggi ed energie vengono letti attraverso le canzoni del grande repertorio.
Tra i molti altri appuntamenti, che proseguono fino ad aprile, almeno la segnalazione di due altri assoli. Il primo è Corsia degli incurabili di Patrizia Valduga, nuovo esito della collaborazione di Valter Malosti e Federica Fracassi, rispettivamente regista e interprete di un monologo in versi che ha per protagonista una malata terminale, immobile in una stanza di ospedale. Il secondo è il Riccardo III riletto da Michele Sinisi. Concentrandosi sul soliloquio iniziale del protagonista dell’opera di William Shakespeare, l’attore e regista pugliese dà voce al testo originale reiterando alcuni passaggi, concepiti più come materia fonica, suono-voce, che come veicolatori semantici di significato-intreccio-personaggio. Conclude Cauteruccio, a proposito di ars@labor: “Questo è il sipario che si apre nel 2015 al Teatro Studio. Nonostante tutto, il teatro. Nonostante le solite regole e le vecchie beffe. Nonostante tutto, ricreare l’arte e il lavoro”.
– Michele Pascarella
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