Immagini live dal Signature Art Prize. Al Singapore Art Museum in palio 60mila euro, vincitori annunciati a marzo
Terza edizione per il Signature Art Prize, allestito fino al 15 marzo 2015 al Singapore Art Museum grazie alla Asia Pacific Breweries Foundation, la fondazione asiatica di Heineken che si occupa di sostegno sociale e progetti culturali. Quest’anno la giuria è composta dal curatore indipendente cinese Feng Boyi, da Luckana Kunavichayanont, direttrice del Bangkok Art […]
Terza edizione per il Signature Art Prize, allestito fino al 15 marzo 2015 al Singapore Art Museum grazie alla Asia Pacific Breweries Foundation, la fondazione asiatica di Heineken che si occupa di sostegno sociale e progetti culturali. Quest’anno la giuria è composta dal curatore indipendente cinese Feng Boyi, da Luckana Kunavichayanont, direttrice del Bangkok Art and Culture Center, dal direttore della Queensland Gallery of Modern Art Chris Saines, da Pooja Sood del KHOJ International Artists Association e da Susie Lingham, direttrice del Sam. Nelle sale del museo sono esposte le opere dei quindici finalisti, scelti tra 105 candidature provenienti prevalentemente dall’area asiatica e pacifica. I premi sono quattro, di cui uno assegnato dalla giuria popolare, per un monte di 100mila SGD, 62mila euro circa.
Tra le videoinstallazioni, prevalenti sul totale delle opere, è curiosa quella di Nguyen Trinh Thi, vietnamita nata nel 1973, che ha filmato artisti, curatori e scrittori di Hanoi mentre mangiano cose diverse, in piedi; ha poi ritagliato le figure e le ha disposte in una sala totalmente oscurata. In questo modo, chi entra ed assiste al loro pasto è vagamente infastidito dai rumori della masticazione ma anche coinvolto, perché tutti lo guardano dritto negli occhi, forse una riflessione sul sistema dell’arte tra tradizione e nuovi stili di vita. In una sala a fianco è proiettato il video di Owen Leong, Infinite Love. L’artista australiano, nato nel 1979, si è fatto riprendere con un apparecchio dentale che lo costringe a tenere la bocca spalancata, disteso supino sotto un cuore bianco che sgocciola. Torna qui la sensazione sgradevole, causata dalla costrizione rispetto ad un atto, quello di bere latte (materno?), che dovrebbe essere percepito come il più naturale, il più istintivo. Arin Rungjang, nata a Bangkonk nel 1974, ha prodotto una videoinstallazione che comprende un film sulla preparazione del thong yod, un dolce che ha origini portoghesi, bengalesi e giapponesi e una composizione geometrica tridimensionale di lacrime d’oro appese ad una casa tradizionale stilizzata. Yao Jui-Chung e Lost Society Document (LSD), infine, presentano uno studio/reportage fotografico su Taiwan, che documenta edifici industriali dismessi e abbandonati; furono costruiti nel corso degli anni dalle municipalità per il supporto dei grandi gruppi industriali ai partiti durante le elezioni, ma privi di reale utilità, sono ora “mosquito halls”, vuoti, dove si sente solo il ronzio degli insetti.
In sostanza gli artisti più interessanti che si incontrano al SAM riflettono sul contesto della loro vita in relazione alla modernità e alla globalizzazione, una risposta radicata nelle comunità di appartenenza, al contempo sensibile alla questione dell’identità individuale e collettiva non occidentale ma aperta a un mondo permeabile, in continua trasformazione. I vincitori saranno annunciati nel corso di un gala a marzo: noi intanto vediamo qualche immagine live from Singapore…
– Antonella Crippa
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