Lo Strillone: la Londra al chiaroscuro di Alberto Arbasino su La Repubblica. E poi Anita Ekberg e Fellini, la “non” crociata di Houellebecq, falsi italiani in cina
“Patrizi con mogli magari poetesse, dignitari, podestà, dottori… Al piano di sotto, sale e sale di Gotico ritrovato e ripensato”. Parte da lontano, con il consueto approccio narrativo trasversale, Alberto Arbasino, che su La Repubblica racconta a chi non può farne a meno un suo viaggio a Londra e la visita ad alcune mostre. Sfilano […]
“Patrizi con mogli magari poetesse, dignitari, podestà, dottori… Al piano di sotto, sale e sale di Gotico ritrovato e ripensato”. Parte da lontano, con il consueto approccio narrativo trasversale, Alberto Arbasino, che su La Repubblica racconta a chi non può farne a meno un suo viaggio a Londra e la visita ad alcune mostre. Sfilano Constable, Turner, Rembrandt, e anche Moretto…
“Federico non rispettava le donne, era un despota disprezzava Rossellini e Antonioni”. Il Corriere della Sera torna a far parlare Anita Ekberg: una cena tra amici e quei giudizi su Fellini. Anche Il Messaggero sceglie l’attualità, che da editoriale si è fatta drammaticamente politica, indugiando su Houellebecq: “il romanziere francese non difende l’Occidente illuminista, ma ne registra il crollo senza rimpianti”.
È la legge del taglione del terzo millennio: tu rifili una serie di pacchi a me, io li rifilo a te. Ci credete? L’Oriente ha la nomea di riempire l’Europa di falsi, e ora è un italiano che va a piazzare i suoi falsi in Oriente, in Corea, per la precisione. “Capolavori (quasi) veri”, riproduzioni di opere di Giotto e Raffaello, che Giorgio Galvani realizza con la tecnica pirografica: trovate tutto su Il Giornale.
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