Pedana antisismica per il David di Michelangelo. Con fondi ministeriali. Ma cene ed eventi a pagamento, ai piedi della statua, non sono un rischio?
Buone notizie per il David di Michelangelo, massima attrazione delle Gallerie dell’Accademia di Firenze, che presto riceverà adeguata protezione, in caso di terremoti. Lo ha annunciato il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, riferendosi al progetto di costruzione di una pedana antisismica, da un po’ di tempo al vaglio del museo fiorentino. Uno strumento utile, […]
Buone notizie per il David di Michelangelo, massima attrazione delle Gallerie dell’Accademia di Firenze, che presto riceverà adeguata protezione, in caso di terremoti. Lo ha annunciato il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, riferendosi al progetto di costruzione di una pedana antisismica, da un po’ di tempo al vaglio del museo fiorentino. Uno strumento utile, ma costoso. Ed ecco che interviene lo Stato: “Il contributo diretto del ministero renderà possibile realizzarlo in tempi brevi. Un capolavoro assoluto come il David non può correre nessun rischio. In queste ore ho ripensato alle emozionanti fotografie degli enormi muri di protezione che i Soprintendenti fiorentini costruirono attorno al David, ai Prigioni e a altri capolavori per proteggerli da possibili bombardamenti. La stessa precauzione e cura di quegli intelligenti funzionari dello Stato, oggi, in modo diverso, dobbiamo metterla noi“. Il Ministero, dunque, ci mette i soldi. Per l’esattezza 200 mila euro. E chiede di accelerare i tempi.
Tutti contenti, o quasi. Non mancano gli scettici, come l’architetto padovano Fernando De Simone, che da anni suggerisce l’edificazione di un grande museo antisismico, in cui esporre opere d’arte dall’inestimabile valore. Il nuovo basamento per il David? Un palliativo: “Sia l’Accademia che gli Uffizi non hanno una vera struttura antisismica. La pedana non servirà a proteggere il David di Michelangelo dai terremoti. Essa potrà forse ridurre le scosse telluriche sotto il basamento, ma non potrà impedire che il soffitto (il cupolino) crolli sulla statua“. Meglio di niente, in ogni caso, in assenza dell’utopistico museo tecnologico a prova di scosse.
Ma non finisce qui. Perché la storia della pedana antisismica, per De Simone, è occasione buona per assestare qualche frecciata alle autorità. Il tema? Gli eventi mondani, le cene e le visite straordinarie che il Museo accoglie, dietro pagamento di canone. Un modo per arrotondare le economie, che però metterebbe a repentaglio la sicurezza delle opere. Così scrive l’architetto ad Artribune: “I terremoti sono inevitabili, ma in attesa che trovino un sistema sicuro per la salvaguardia del David di Michelangelo, alternativo al museo antisismico, almeno le cene e gli eventi sotto alla statua, dovrebbero evitarli”. E tira fuori un po’ di dati scientifici: “Un gruppo di ricercatori dell’Istituto Igg-Cnr (Geoscienze e Georisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche) e dell’Università degli Studi di Firenze, dopo aver eseguito alcuni studi ed analisi sulle caviglie del David, per individuare le cause che provocano le microfratture, ha dichiarato che ‘in particolare i risultati suggeriscono come sia la stabilità, sia le caratteristiche della deformazione del David, sono principalmente dovute all’inclinazione della statua’”. E se il problema sta nella saldezza, la tesi è semplice: “Anche le vibrazioni provocate dai visitatori”, conclude De Simone, “oltre a quelle del traffico automobilistico nelle zone limitrofe, facendo oscillare la statua aumentano l’inclinazione e contribuiscono a minarne la stabilità”.
Certo, se per un convegno culturale la Soprintendenza incassa 1.500 euro, per uno di marketing 5.000 e per un concerto quasi 3.000, ospitare, ai piedi del capolavoro michelangiolesco, una visita straordinaria con tanto di cena, porta fino a 20mila euro. La capienza? Massimo 300 persone. Troppe, secondo lo studioso: “Un numero che corrisponde a circa 22,5 tonnellate, il che contribuisce a far aumentare ulteriormente le micro crepe”.
E allora, ha senso spendere 200mila euro per costruire una pedana antisismica – non risolutiva, ma certo utile – e poi affollare le sale che custodiscono capolavori delicati, per fare un po’ di cassa? Nel rapporto tra vantaggi economici e rischi reali, c’è la soluzione. Che andrebbe orientata al buon senso, va da sé. Non demonizzando attività varie ed eventuali di fundraising – necessarie, oggi più che mai – ma mettendo in cima la sicurezza delle opere, sempre.
– Helga Marsala
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