Roma, Cantiere dei Poeti. Dante, Ariosto, Levi, Keats: nuovi bozzetti ispirati ai capolavori della letteratura. Reinventando la palizzata di un cantiere
Riqualificare un angolo grigio di città attraverso la pittura e la poesia. Ripescare memorie di immagini e di versi, tra un passato glorioso e un presente di gioco, di desiderio, di resistenza e spirito collettivo. E così rispondere a un cantiere edile, nonluogo temporaneo fatto di gru, ponteggi e calcestruzzo, con un cantiere della fantasia, […]
Riqualificare un angolo grigio di città attraverso la pittura e la poesia. Ripescare memorie di immagini e di versi, tra un passato glorioso e un presente di gioco, di desiderio, di resistenza e spirito collettivo. E così rispondere a un cantiere edile, nonluogo temporaneo fatto di gru, ponteggi e calcestruzzo, con un cantiere della fantasia, tornando a prendersi cura delle cose. È in questo modo che è nato, tempo fa, il Cantiere dei Poeti, a Roma. Un’iniziativa fiorita in Piazza Dante, rione Esquilino, intorno ai lavori per la ristrutturazione della Cassa Depositi e Prestiti, che diventerà il quartier generale amministrativo dei Servizi segreti. Uno dei tanti “buchi neri” che ogni metropoli si trova a gestire, in un perpetuo fiorire di scavi, riparazioni, ristrutturazioni, appalti e manutenzioni. A farne le spese è stato, in questo caso, il giardino della piazza, interamente sacrificato dai materiali e i macchinari della squadra di operai.
E allora, prendendo spunto proprio dai nomi delle strade della zona, che omaggiano alcuni tra i più grandi poeti della storia, un gruppo di artisti ha risposto a questa occupazione pesante con un esperimento leggero, fatto di parole, di visioni, di immaginazione. Lungo la recinzione del cantiere, artisti come Massimo Livadiotti, Aurelio Bulzatti, Ruggero Savinio, Massimo Ruiu, Beatrice Pasquet collocheranno – secondo una formula già testata – dei bozzetti ispirati a opere di Dante, Tasso, Ariosto, Primo Levi, John Keats, Annelisa Alleva, che andranno ad aggiungersi a quelli già installati in precedenza e a una lunga sequenza di alberi dipinti. Il tutto coinvolgendo le scuole del quartiere, grazie a dei laboratori creativi gestiti dagli artisti stessi e pensati per i bambini.esquil
Alla fine del percorso la palizzata avrà l’aspetto di un monumentale libro aperto, srotolato lungo il perimetro del giardino. Testimonianza di un rapporto con la città ritrovato e coltivato. Una maniera per rispondere con l’arte, la storia e la letteratura, alle (troppo) lunghe stagioni di “work in progress” che imbrigliano piazze, strade, facciate, monumenti. Ingorghi necessari, ma spesso vissuti dai residenti come forme di espropriazione temporanea. In Piazza Dante, adesso, c’è aria di bellezza e di lavoro. E il “brutto” del cantiere, quasi, non si vede più.
– Helga Marsala
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