Addio a Luca Ronconi. È morto a Milano il regista che ha diretto il Piccolo Teatro, Leone d’Oro alla Carriera alla Biennale di Venezia nel 2013
Avrebbe compiuto 82 anni il prossimo 8 marzo. Luca Ronconi si è spento questa sera al Policlinico di Milano, dove si trovava ricoverato da alcuni giorni. Inizia la sua carriera come attore negli anni Cinquanta, trovandosi a recitare anche per Michelangelo Antonioni, ma già nel 1963 debutta come regista teatrale nella compagnia di Corrado Pani […]
Avrebbe compiuto 82 anni il prossimo 8 marzo. Luca Ronconi si è spento questa sera al Policlinico di Milano, dove si trovava ricoverato da alcuni giorni. Inizia la sua carriera come attore negli anni Cinquanta, trovandosi a recitare anche per Michelangelo Antonioni, ma già nel 1963 debutta come regista teatrale nella compagnia di Corrado Pani e Gianmaria Volonté. In pochi anni diviene uno degli esponenti più seguiti dell’avanguardia italiana, fino alla prima consacrazione in Italia e all’estero: è il 1969, anno della fortunata riduzione dell’Orlando Furioso firmata da Edoardo Sanguineti, straordinario successo anche a New York. In bilico tra avanguardia e tradizione, con quest’opera Ronconi ri-lancia in forma contemporanea l’essenza dello spettacolo medievale. Qualche anno dopo, la versione televisiva dell’opera riuscirà a guadagnarsi anche la prima serata.
Gli anni Settanta vedono Luca Ronconi impegnato alla Biennale di Venezia – che nel 2013 gli tributerà un meritatissimo Leone d’Oro alla Carriera –, poi al Laboratorio di progettazione teatrale di Prato che fonda e dirige. È il decennio di spettacoli memorabili, dall’Orestea di Eschilo del 1972 alle Baccanti di Euripide del 1977. Quest’ultima tragedia viene rappresentata proprio a Prato: una sola attrice, Marisa Fabbri, interpreta da sola tutte le parti dell’opera teatrale, mentre si moltiplica a dismisura lo spazio scenico, costituito da sale e anditi del Collegio Magnolfi. Regista che ama le sfide, nel 1986 Ronconi porta in scena Ignorabimus, lunghissimo testo di Holz – non a caso, considerato irrappresentabile – la cui messa in scena dura per 12 ore consecutive. Sul finire degli anni Ottanta, il regista assume la direzione artistica del Teatro Stabile di Torino; approfitterà dell’occasione per portare Gli ultimi giorni dell’umanità di Kraus – e sessanta interpreti – al Lingotto.
Dopo una parentesi al Teatro di Roma, nel 1999 arriva al Piccolo Teatro di Milano dove, tra le tante opere con cui si confronta, Luca Ronconi sceglie di rappresentare anche le teorie scientifiche di John David Barrow, cosmologo inglese e professore di Matematica a Cambridge. Nel 2002 nasce così Infinities, con cui il regista sposta “per sempre le frontiere del teatro”: impossibile dar torto a Renato Palazzi, nel caso di un’opera che affronta universi infiniti nello spazio o nel tempo. Sintesi, forse, del sentire stesso di Luca Ronconi verso quel teatro che tanto gli deve. Lo omaggiamo con una galleria fotografica che ripercorre alcuni momenti importanti…
– Caterina Porcellini
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