Ancora sul Quirinale e l’ipotetico museo che lo restituirebbe ai cittadini. Non solo gli esperti ne parlano. Sergio Mattarella ci starebbe pensando davvero…
Il sogno di vedere il Quirinale trasformato in Museo nazionale, interamente (o quasi) aperto, per tutti, ogni giorno, sta contagiando tanti. Giusto ieri ne parlavamo – ancora – in un articolo che raccoglieva le voci più illustri di questo dibattito: giornalisti, politici, studiosi, fino all’arrivo di una petizione popolare firmata da migliaia di cittadini. Un […]
Il sogno di vedere il Quirinale trasformato in Museo nazionale, interamente (o quasi) aperto, per tutti, ogni giorno, sta contagiando tanti. Giusto ieri ne parlavamo – ancora – in un articolo che raccoglieva le voci più illustri di questo dibattito: giornalisti, politici, studiosi, fino all’arrivo di una petizione popolare firmata da migliaia di cittadini. Un sogno che forse rimarrà tale, almeno nella sua declinazione più ambiziosa, ma che pure sembra avere qualche chance.
Il Presidente Sergio Mattarella, secondo quanto riportato oggi da Repubblica, ci starebbe davvero pensando. Non ad avviare il progetto di un museo, fra le 1500 stanze di questo straordinario complesso architettonico, ma a renderlo intanto più aperto alla città. Ad oggi i cittadini possono visitare solo il piano nobile (ad eccezione dello studio del Capo dello Stato), solo di domenica fra le08:30 e le 12:00, solo su appuntamento nel caso delle scolaresche, oppure durante i concerti della Cappella Paolina. Insomma, restrizioni durissime, che però non impediscono di fare numeri pazzeschi: 5mila visitatori, ogni domenica mattina, si svegliano di buon’ora e si mettono in fila per accedere alla superlativa reggia del Colle, che fu residenza di Papi e di Sovrani.
Ed ecco a cosa potrebbe pensare il neo Presidente, il quale ha scelto, nel mentre, di trasferirsi negli appartamenti che furono anche di Carlo Azeglio Ciampi: cento metri quadrati, con cucina privata, servizi indipendenti e arredi del Settecento, situati alla fine della Manica Lunga, nella cosiddetta “Palazzina del Fuga”, sul lato opposto rispetto all’entrata principale. Uno spazio riservato e non troppo grande. L’idea sarebbe quella, quindi, di rendere più accessibile il Palazzo, pur senza cavalcare la complessa operazione museale: aprire molte delle parti che adesso non sono visitabili; prolungare in modo significativo gli orari d’accesso, magari fino a sera; scegliere, oltre la domenica, altre giornate della settimana per ricevere il pubblico; spalancare anche i famosi Giardini, oggi dischiusi unicamente in occasione del 2 giugno. Insomma, una bella azione di svecchiamento e di condivisione.
Ma non è tutto. Sempre secondo Repubblica, sarebbe a vaglio un’ipotesi espositiva, che ancora di più legittimerebbe le posizioni di chi, per questo posto, immagina un destino democratico di cultura, di conoscenza, di arricchimento intellettuale. Perché usare solo le Scuderie del Quirinale per ospitare mostre temporanee? E se alcuni saloni del Palazzo presidenziale si prestassero ad accogliere esposizioni ed opere d’arte? Ipotesi intelligente e affascinante, che ha un precedente nella mostra sui Bronzi di Riace, voluta, con memorabile successo, da Sandro Pertini.
Magari non diventerà, nell’arco d questo settennato, quel grande museo sulla storia culturale della Nazione, con allestimenti innovativi, servizi specifici e orari continuati, che qualcuno continua a sognare. Ma il Quirinale rischia di avvicinarsi parecchio a quell’idea. Sergio Mattarella, forse, ha deciso davvero di aprire le danze in grande stile.
– Helga Marsala
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